Regionali in Sardegna, si parte. Ormai definiti gli schieramenti per il voto del 24 febbraio. Sono 7 gli aspiranti governatori e quasi 1.500 in corsa per uno dei 58 seggi disponibili in Consiglio regionale. Il centrodestra (Lega, Fi, FdI) è unito su Christian Solinas, segretario del Partito Sardo d’Azione, nonché senatore della Lega (i due movimenti hanno stretto una alleanza alle politiche 2018). Il centrosinistra (Pd più quasi tutta la sinistra fuori dai dem) corre con il sindaco di Cagliari Massimo Zedda. Il M5S, come di consueto, alle amministrative si presenta da solo, con il candidato governatore, Francesco Desogus. Ma ago della bilancia potrebbero essere le liste autonomiste/indipendentiste, fuori e dentro le coalizioni tradizionali: nelle ultime regionali sarde del 2014 arrivarono a totalizzare insieme oltre il 20% dei consensi.
Zedda unisce (quasi) tutto il centrosinistra
Il centrosinistra corre con il sindaco di Cagliari (dal 2011) Massimo Zedda, dopo che l’attuale governatore Pd Francesco Pigliaru ha deciso di non candidarsi dopo il primo mandato. Già esponente di Sel e della pattuglia dei sindaci arancioni, Zedda negli
anni ha assunto un ruolo sempre più indipendente nell’ambito di quella sinistra che guarda al Pd (ha avuto l’appoggio del
candidato alla segreteria Pd Nicola Zingaretti). Sosterranno Zedda, oltre al Pd, Campo progressista, Liberi e uguali Sardegna, Cristiano popolari Socialisti, Progetto comunista per la Sardegna, Sardegna in Comune, Noi – La Sardegna con Massimo Zedda, Futuro Comune con Massimo Zedda. Il centrosinistra ora spera anche nell’effetto Frailis, il candidato che ha strappato il collegio di Cagliari al M5S alle suppletive del 20 gennaio.
Rifondazione comunista corre da sola
Resta fuori dalla coalizione di centrosinistra la lista di Sinistra Sarda, l’alleanza creata da Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani ed alcuni fuoriusciti da Sinistra Italiana, che presenta
un suo candidato governatore, il giornalista-scrittore Vindice Lecis.
Centrodestra compatto sul “sardista” Solinas
In base all’intesa tra Matteo Salvini (Lega), Silvio Berlusconi (Fi) e Giorgia Meloni (FdI), il centrodestra ha deciso di sostenere compatto il candidato governatore Christian Solinas, segretario del Partito Sardo d’Azione, nonché senatore della Lega (i due movimenti hanno stretto una alleanza alle politiche 2018). Il PSd’Az ha ancora nel suo
statuto l’obiettivo di «condurre la Nazione Sarda all’indipendenza». Il movimento, alleato del centrodestra, nel 2014 aveva
ottenuto il 4,7%.
Gli altri autonomisti in coalizione nel centrodestra
Oltre Lega, Fi e FdI, le altre liste che sosterranno Solinas saranno Riformatori sardi, Energie per l’Italia, Sardegna Civica, Udc e Sardegna 20Venti, Uds-Unione dei sardi, Fortza Paris. Questi ultimi due partiti autonomisti nel 2014 avevano preso il 2,6% (l’Uds in coalizione nel centrodestra) e lo 0,7% (Fortza
Paris, in sardo “Avanti insieme”, a sostegno del candidato governatore Mauro Pili, ex presidente della Sardegna di centrodestra
nel 1999 e poi dal 2001 al 2003).
Dopo il caso Assemini, M5S su Desogus
Pur alleati nel governo nazionale con la Lega, il M5S, come di consueto alle amministrative, è in corsa da solo. Nel 2014 il M5S, a sorpresa, non si presentò. Il candidato governatore del Movimento è Francesco Desogus, 58 anni e dipendente pubblico della Città Metropolitana di Cagliari. Desogus è stato incoronato con 450 voti presi nel secondo
turno delle regionarie online del 4 dicembre scorso. Un iter travagliato, dopo la rinuncia alla corsa di Mario Puddu, ex sindaco di Assemini, vincitore alle prime regionarie del 3 agosto (981 voti ottenuti) e poi condannato ad un anno per
abuso d’ufficio.
Gli indipendentisti ex centrosinistra
Gli indipendentisti del Partito dei Sardi nel 2014 si erano presentati con il centrosinistra, ottenendo il 2,7%. In questa tornata correranno da soli, sostenendo Paolo Maninchedda (ex assessore ai Lavori pubblici della giunta Pigliaru) docente universitario di Filologia romanza presso l'Università di
Cagliari, cofondatore e segretario nazionale del movimento. Funzionario della Commissione europea politiche regionali e
urbane, Andrea Murgia è invece il candidato governatore di Autodeterminatzione, la coalizione di sigle indipendentiste e autonomiste che mette assieme Sardegna Possibile, Gentes, Rossomori, Sardigna Natzione,
Radicales sardos, Irs, Liberu. I Rossomori nel 2014 si sono presentati con il centrosinistra, prendendo il 2,6%: insieme al
2,7% del Partito dei Sardi furono determinanti nel far vincere Pigliaru, arrivato al 42,5% contro il 39,7% di Ugo Cappellacci
(centrodestra).
Gli indipendentisti di Sardi liberi
Mauro Pili, ex presidente della Sardegna di centrodestra, è il candidato di Sardi liberi, movimento nato dalla fusione degli indipendentisti di Unidos e ProgReS – Progetu Repùblica e altri ex “sardisti”, che punta
a pescare voti sia nel centrodestra che nel centrosinistra. Unidos, ottenendo il 2,8%, nel 2014 aveva appoggiato la candidatura
a governatore dello stesso Pili (che ottenne il 5,7%). ProgReS, invece, nel 2014 aveva ottenuto il 2,8%, sostenendo come
candidato governatore la scrittrice Michela Murgia, che superò a sorpresa il 10%.
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