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Rugby e Sei Nazioni, il “giacimento” dei diritti tv

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IN ITALIA TRASMESSO DA DMAX

Rugby e Sei Nazioni, il “giacimento” dei diritti tv

(Afp)
(Afp)

Benedetti diritti televisivi, un tesoro che grazie al Sei Nazioni arriva nelle casse delle maggiori federazioni rugbystiche europee. Viene dalle tv - e non è certo una novità - il grosso dei proventi di Six Nations Limited, la società che gestisce il torneo e che ripartisce il 75% dei proventi in sei parti uguali. Ogni “union” si tiene gli incassi delle partite interne, il resto viene redistribuito e in questo caso è la Fir la maggiore beneficiaria. Nel senso che in Italia, per la trasmissione in chiaro dei 15 match del Sei Nazioni sulla sua emittente DMax, Discovery paga una cifra che dovrebbe aggirarsi sui 2 milioni di euro, mentre negli altri Paesi interessati si viaggia su importi ben più alti: Bbc e Itv, in coppia, fino al 2021 pagheranno 50 milioni di sterline a stagione per la diffusione delle partite nel Regno Unito.

Dopo quella data potrebbero imporsi altri scenari, con un “player” interessato ad aggiudicarsi a suon di bigliettoni i diritti di Sei Nazioni e Championship (massimo torneo dell'emisfero Sud) aggiungendo una World League da disputare ogni anno in autunno. Ma queste sono ipotesi. Di reale - al momento - c'è il bilancio Fir 2017: su un budget complessivo di quasi 45 milioni di euro, sono oltre 19 quelli che derivano direttamente dal Sei Nazioni e i diritti tv incidono per due terzi abbondanti, portando in dote 13,8 milioni.

Il giro d'affari potrà risentire di un minore apporto dallo sponsor unico del torneo (Guinness, che sostituisce Royal Bank of Scotland, verserà 50 milioni di sterline nell'arco di sei stagioni, mentre finora venivano garantiti 11 milioni annui), ma la televisione continua a fare della Fir una delle federazioni più benestanti nel panorama italiano.

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