Cercare di dare stabilità ai prezzi dei vini evitando oscillazioni eccessive legate al trend della vendemmia è occhio a quanto
sta accadendo sul mercato del vino della Germania, da sempre uno dei principali sbocchi per il vino made in Italy. E' quanto
è emerso lunedì al 53mo Vinitaly di Verona nel corso della tavola rotonda sul mercato del vino nella grande distribuzione
organizzata, canale dal quale in Italia si stima passi oltre il 65% dei consumi di vino.
Un obiettivo, quello di stabilizzare i prezzi, che nasce anche dal trend registrato nel 2018 quando a fronte di un aumento
medio dei prezzi dei vini nei supermercati (+6,5% in seguito a una vendemmia scarsa) i consumi sono calati del 3,8%. Si sono
inoltre ridotte (-2%) le vendite in promozione e si è registrato un cambiamento nelle dinamiche di acquisto. La riduzione
della forbice di prezzo tra le diverse categorie ha spinto i consumatori verso i vini Doc e Docg che nel calo generalizzato
hanno mantenuto le posizioni (-0,7% a volume).
«Vendemmie abbondanti o scarse – ha detto Virgilio Romano, Business Insight Director dell'istituto di ricerca IRI - hanno
effetto sui prezzi delle uve destinate ai vini, in particolare ai vini da tavola, che pagano le forti oscillazioni al rialzo
con importanti cali dei volumi». L'effetto è anche uno spostamento verso l'alto dei consumi confermato dal fatto che i vini
Doc e Docg che a inizio anni 2000 rappresentavano il 60% delle vendite nella Gdo oggi sono saliti al 70 per cento.
Sulla scommessa del valore è stato portato l'esempio del Negroamaro (uno dei vini meglio piazzato nella classifica dei vini
a maggior crescita): ha aumentato del 6% il prezzo medio arrivando a 3,37 euro a bottiglia, ha registrato un aumento delle
vendite del 9% con un aumento complessivo del fatturato del 15%.
«Attenzione a non disperdere nel 2019 quanto di buono costruito nella relazione con il consumatore cercando di comunicare
il giusto rapporto tra qualità e prezzo – ha sottolineato Alessandro Masetti, Responsabile settore alimentari e liquidi di
Coop Italia –. La vendemmia abbondante potrebbe portare ad una maggiore aggressività promozionale che mira a stoccare il consumatore
o a stimolarne l'acquisto e il rischio di svalorizzare il prodotto c'è tutto». «Sarebbe auspicabile sia da parte dei produttori
che dei distributori – ha sottolineato Enrico Zanoni, Consigliere nazionale di Unione Italiana Vini e Direttore generale di
Cavit - la gestione di una politica di prezzo legata più al corretto posizionamento dei diversi prodotti, e meno influenzata
dagli andamenti della materia prima nella diverse vendemmie».
«Federvini ed i suoi associati lavorano da tempo lavorato per la valorizzazione del vino, con importanti investimenti nel
vigneto ed in cantina. La Grande Distribuzione ed i consumatori hanno accettato la scommessa – ha dichiarato Massimiliano
Capogrosso di Federvini, Direttore commerciale Italia delle Cantine Ferrari - . Ora occorre andare ancora più in profondità
perché ogni segmento raggiunga il giusto punto di equilibrio. Per esempio: abbiamo destagionalizzato il Prosecco, ma rischiamo
di riportare gli altri spumanti nell'ambito delle festività».
Una politica di prezzo che ha dato interessanti risultati è quella messa in campo da Conad. «Abbiamo definito un mix di offerta
– ha spiegato Alessandra Corsi, Direttore Marketing dell'offerta Conad - che ha previsto una pressione promozionale di circa
10 punti inferiore al mercato incrementi di prezzo decisamente inferiori rispetto alla media del mercato Il risultato per
Conad è un giro d'affari di 240 milioni di euro a totale categoria, con una crescita a valore del 6% nel 2018».
Nel corso della tavola rotonda molto spazio è stato dedicato al preoccupante calo di vendite di vino italiano registrato nella
Grande distribuzione tedesca, uno dei principali mercati per il vino made in Italy che nel 2018 ha registrato un -2,8% in
supermercati e ipermercati e addirittura -40% nei discount.
«Si tratta di un calo generalizzato del mercato del vino in Germania – ha riferito Davide Mazzola, Responsabile Vini e Bevande
di Metro Italia – considerato che il 70% del vino viene venduto tra discount e supermercati. Ormai in Germania si tende a
bere solo vino di qualità, e sempre meno a pasto. Dunque bisognerà spingere sui vini premium e sul mercato degli spumanti,
molto apprezzati in Germania. E sui vini bio italiani considerati tra i migliori dai tedeschi che importano il 35% del vino
bio prodotto in Italia».
© Riproduzione riservata