I militari del governo Sarraj hanno respinto l’offensiva delle forze del generale Khalifa Haftar a Suani Ben Adem, 25 km a sudovest di Tripoli. Dal centro della cittadina si levano dense colonne di fumo nero, mentre truppe di fanteria di Haftar sono rimaste tagliate fuori dalle retrovie e aprono il fuoco contro i soldati di Tripoli nel tentativo di aprirsi una via di fuga. Intanto il vicepremier e ministro degli Esteri del Qatar, Mohammmed Bin Abdulrahman Al Thani, sarà a Roma nelle prossime ore per un incontro bilaterale con il premier Conte lunedì pomeriggio. Quella in corso, infatti, è una guerra per procura non tanto tra Fayez al-Serraj e Haftar, ma tra il Qatar vicino al primo e gli Emirati sostenitori di Bengasi.
Libia, Conte: noi facilitatori processo pacificazione
«L’Italia vuole avere un ruolo in Libia come lo ha sempre avuto. Che è quello di un Paese facilitatore per il processo di
stabilizzazione e pacificazione dell’intero territorio. È la ragione per cui, pur dialogando con tutti, ovviamente sosteniamo
quella che è l’azione delle Nazioni Unite» ha detto il premier Giuseppe Conte parlando della crisi in Libia con i giornalisti
a Bari. E a chi gli chiedeva se i porti italiani saranno aperti a chi scapperà dalla Libia a causa del conflitto in corso
ha risposto: «Se ci sarà una crisi umanitaria l’Italia saprà affrontarla».
«No a una deriva militare»
In un’intervista al Fatto Quotidiano, invece, il premier ha parlato dei suoi rapporti con il generale Haftar: «Mi è stata
consegnata una lettera personale del generale Haftar - ha detto - a conferma della fiducia che ha nei miei confronti. Io
ho chiesto ai suoi emissari aggiornamenti sulla situazione sul terreno. Loro affermano di voler liberare il Paese dalle formazioni
terroristiche e operare una unificazione delle forze armate e di sicurezza. Io ho ribadito la mia ferma opposizione a una
deriva militare che farebbe ulteriormente soffrire la popolazione civile già provata».
Di Maio: governo compatto su Libia
«Lavoriamo in modo compatto, perché almeno il tema libico non entri in campagna elettorale ma faccia parte dell'azione sinergica
e compatta di questo Governo». «La situazione libica è in un momento di crisi. È bene che il governo rimanga unito e tutti
i ministri muovano con intelligenza e compostezza» ha aggiunto il ministro della Difesa Elisabetta Trenta in un'intervista
al Corriere della Sera. «Non servono prove di forza, non serve fare i duri come vedo fare a qualcuno per avere qualche titolo
sui giornali. Serve intelligenza, compostezza, dialogo» per «avviare un vero processo di riconciliazione nazionale».
Salvini: Francia non ripeta scherzetto passato
Di scollamenti e fughe in avanti si sarebbe reso protagonista il ministro dell'Interno. Matteo Salvini si è nuovamente scagliato
contro Parigi responsabile di avere sabotato l'ultima dichiarazione della Ue sulla Libia in cui si chiede lo stop a tutte
le azioni militari e il ritiro di Haftar. «Stiamo lavorando - ha detto - affinché in Libia le cose non peggiorino. Speriamo
che tutti i paesi occidentali facciano lo stesso e non ci sia qualcuno che, come in passato, gioca alla guerra per interessi
economici. In passato la Francia lo fece e speriamo che non stia ripetendo lo stesso scherzetto perché poi ne pagano le conseguenze
tutti».
Fonti confermano: esperti militari francesi a Garian
Anche l’ex Ministro dello sviluppo Carlo Calenda ha denunciato «un gioco della Francia che a mio avviso non è ancora chiaro
e su questo dobbiamo essere durissimi. Se la Francia ha preso una linea diversa da quella che dichiara in Europa - ha evidenziato
- e per ragioni di potere ha supportato Haftar e destabilizzato la situazione, ne deve rispondere a livello europeo e a livello
bilaterale». La presenza di “esperti militari” francesi a Garian, quindi nel pieno dei combattimenti per Tripoli, è stata
del resto ribadita all’Ansa da fonti informate libiche confermando indiscrezioni rilanciate dai media nei giorni scorsi. Garian
è la città presa dal generale Khalifa Haftar circa cento km a sud di Tripoli.
L’azione diplomatica di Conte
Il premier Giuseppe Conte ha in cantiere un’intensa azione diplomatica nelle prossime ore con una telefonata, lunedì, al presidente
americano Donald Trump (per sollecitare un suo intervento per frenare Haftar) e un colloquio anche con il presidente russo,
Vladimir Putin dopo il confronto sulle posizioni europee avuto ieri con la cancelliera tedesca, Angela Merkel. Quest’ultima
ha sentito a sua volta il presidente francese, Emmanuel Macron, per spiegargli che non è neppure nell'interesse della Francia
(economico e politico) sostenere troppo a lungo Haftar. È dalla telefonata tra Conte e Trump che ci si attende un chiarimento
importante. Haftar si è convinto che Trump avrebbe scelto proprio lui come uomo forte della Libia e che l'attuale disinteresse
americano verso il Paese sia da interpretare come una sorta di via libera alla presa di Tripoli. Ma l'Italia chiederà a Trump
che si esca quanto prima da questo pericoloso equivoco.
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