Governo e sindacati si mettono d'accordo, l'esecutivo annuncia nuovi concorsi a cattedra ordinari, norme di maggior favore
per i precari storici, e un incremento di risorse per il nuovo contratto, e per far recuperare la perdita di potere d'acquisto
dei salari dei prof subita in questi ultimi anni. Dal canto loro, i sindacati sospendono lo sciopero generale indetto per
il 17 maggio in attesa dell'avvio dei tavoli tecnici al Miur per tradurre in atti gli impegni politici firmati stamane all'alba,
dopo cinque ore di confronto a Palazzo Chigi con il premier, Giuseppe Conte, e il ministro dell'Istruzione Marco Bussetti.
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Cosa prevede l’accordo
Nel dettaglio, l'intesa prevede una nuova stagione concorsuale da 66mila cattedre complessive, una corsia preferenziale per
la stabilizzazione dei precari, in primis coloro che hanno oltre tre anni di servizio alle spalle (su cui l'Ue sta per accendere
un faro) e l'impegno a reperire maggiori risorse per il rinnovo contrattuale in aggiunta agli 1,7 miliardi di euro stanziati
per l'intero comparto pubblico dalla manovra 2019. Oltre all'impegno a evitare spinte troppo regionalistiche sul terreno dell'autonomia.
Impegni che hanno convinto le organizzazioni sindacali a sospendere lo sciopero generale del 17 maggio. A meno di 10 giorni
dalle elezioni europee. Per il momento è prevalsa la linea dell'ascolto.
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Rapida stabilizzazione dei precari storici
Per i precari con oltre 36 mesi di servizio alle spalle sono previste misure per una più rapida stabilizzazione. Sì ipotizzano
quote di riserva nelle selezioni e ingressi agevolati, riconoscendo super punteggi ai titoli. Qui si tratta di gestire una
emergenza. A settembre complice quota 100 saranno scoperte oltre 100mila cattedre. Il primo degli incontri tecnici sarà a
inizio maggio: si parlerà di precari storici.
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I nuovi concorsi
Il governo è pronto a far partire due nuovi concorsi ordinari: uno da 16.959 posti, già definito e destinato a infanzia e
primaria; l'altro da 48.536 disponibilità, in attesa degli atti preparatori e rivolta esclusivamente alle medie e alle superiori.
Al concorso ordinario per infanzia e primaria potranno partecipare i diplomati magistrali ante 2001/2002, compresi quelli
esclusi dalla procedura straordinaria da oltre 10mila posti indetta lo scorso anno (attualmente in corso), e i laureati in
scienze della formazione primaria. Alle 48.536 cattedre messe a bando per la secondaria (50% medie, il restante 50% superiori)
potranno invece concorrere anche i laureati: è un'altra importante novità. A patto che abbiano conseguito 24 crediti formativi
(Cfu) in materie antro-psico-pedagogiche. Si sancisce, così, l'addio alle varie e costose abilitazioni del passato, variamente
denominate negli anni, Ssis, Tfa, Pas. A chi è già abilitato, anche in altra classe di concorso, non saranno richiesti i 24
Cfu. Alla secondaria, i posti principali saranno in Lombardia, Piemonte e Veneto. Le classi di concorso più gettonate: matematica
e scienze (A028), italiano, storia, geografia (A022), discipline letterarie alle superiori (A012) e sostegno.
Reperire nuove risorse per il contratto
C'è poi l'impegno da parte dell'esecutivo a reperire nuove risorse per il nuovo contratto 2019-2021. Al momento, con i fondi
inseriti nella scorsa legge di Bilancio, al personale della scuola è stato garantito il mantenimento dell'elemento perequativo
previsto dal precedente Ccnl fino a dicembre; più una cifra tra i 7 e 23 euro a titolo di indennità di vacanza contrattuale.
Va detto che con lo scorso rinnovo, 2016-2018, al personale della scuola sono giunti aumenti, medi, di 96 euro lordi al mese,
con picchi di 110 euro per gli insegnanti delle superiori con elevata anzianità.
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