Solo quattro anni fa il centrodestra era confinato nel solo Lombardo-Veneto. Oggi, dopo la vittoria in Piemonte con l’elezione di Alberto Cirio a nuovo presidente, il centrodestra amministra dieci regioni su venti (a cui andrebbe aggiunto anche “mezzo” Trentino Alto Adige, dopo la vittoria del centrodestra nella provincia autonoma di Trento). In pratica, è passato dal governare poco meno di un terzo del Pil delle regioni italiane, a poco più del 55 per cento. Un bottino che potrebbe incrementarsi, visto che in autunno andranno al voto Umbria, Emilia Romagna e Calabria. A cui si aggiungeranno nel 2020 Toscana, Marche, Campania, Puglia, Liguria e Veneto.
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Dal fortino del Lombardo-Veneto...
Solo cinque anni fa il centrodestra era stato ridotto ad amministrare solo nelle sue due regioni roccaforti (le amministra
da più di 20 anni) la Lombardia e il Veneto. Poi nel giugno del 2015, a sorpresa, è riuscito a strappare la Liguria al centrosinistra,
con il forzista Giovanni Toti. A questa si è aggiunta nel 2017 la Sicilia, e la riconferma della Lombardia nell’election day con le politiche del 4 marzo
2018.
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...alla conquista di 6 regioni in un anno
La svolta c’è stata con le elezioni politiche del 4 marzo 2018. Da allora il centrodestra ha vinto in tutte le regionali.
Prima il 22 aprile in Molise, poi il 29 aprile in Friuli Venezia Giulia e il 21 ottobre nelle provinciali a Trento. Il 2019 si è aperto, il 10 febbraio, con la conquista dell’Abruzzo, seguita a quella della Sardegna (24 febbraio), della Basilicata (24 marzo) e ultima quella del Piemonte del 26 maggio.
Regioni del Nord locomotive d’Italia
Lombardia e Veneto fanno da sole quasi un terzo di tutto il Pil dell’Italia, La Lombardia, prima regione, pesa per il 22%
del totale nazionale, più di tutto il centro Italia messo insieme. Sommando a Lombardia e Veneto anche il Pil prodotto da
Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Provincia di Trento, Liguria, Abruzzo, Molise, Basilicata, Sicilia e Sardegna si arriva
a un 55% del totale Italia.
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