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Questo articolo è stato pubblicato il 23 gennaio 2014 alle ore 22:47.
L'ultima modifica è del 24 gennaio 2014 alle ore 08:24.

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Sandro Rosell lascia dopo neppure 4 anni la presidenza del Barcellona, travolto dallo scandalo per l'acquisto di Neymar. Quello che avrebbe dovuto essere il suo fiore all'occhiello si è trasformato in una croce.

La magistratura, attivata da una denuncia di un socio di minoranza, Jordi Cases, lo ha incriminato per appropriazione indebita:

avrebbe fatto la cresta di 38 milioni sul passaggio del giovane fuoriclasse brasiliano, con una serie di marchingegni finanziari e alla fine la somma pagata non sarebbe di 57 milioni, ma di 95, la più alta mai versata per un calciatore.

Lui ha respinto ogni accusa, ed ha chiesto al magistrato di essere interrogato. Tutto inutile: il giudice Pablo Ruz - che indaga sulle presunte mazzette nella politica e che da giugno tiene in carcere l'ex tesoriere del PP - non si è lasciato intenerire. «Le accuse della procura e del denunciante sono fondate», ha sostenuto Ruz che ha aggiunto: <Per adesso non è necessario ascoltare il signor Rosell». Un affronto che, unito alla cattiva pubblicità per il club, lo hanno indotto a dimettersi. Non che fosse obbligato a farlo, ma in caso di condanna sarebbe stato "radiato" dal Barca, cancellato dall'elenco dei soci e addirittura inibito a entrare al Camp Nou.

Alle 9 della sera, con a fianco la moglie e il fratello Sergi, ha ricordato prima i suoi successi, ha ribadito la sua innocenza, ha detto di essere addolorato e prostrato, ma che, per il bene della società, doveva passare la mano: «La mia fase qui è finita», ha sussurrato quasi tra le lacrime.

Una presidenza caratterizzata da critiche (troppe ombre sull'attività in Brasile della sua società, e troppe voci di affari privati nel calcio); da successi e da decisioni difficili, come la sostituzione di Pep Guardiola. Scelse Tito Vilanova, "secondo" di Pep, ma costretto ad arrendersi dopo una Liga e un male da curare. A giugno, sceglie Tata Martino come tecnico (più nubi che sole il suo operato per i raffinati palati blaugrana) e porta un nuovo asso, quel Neymar il cui trasferimento lo ha alla fine, lo ha costretto a lasciare. Il Barcellona riparte da Josep Maria Bartomeu, che sarà presidente fino al 2016.

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