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Questo articolo è stato pubblicato il 31 gennaio 2014 alle ore 12:12.
L'ultima modifica è del 31 gennaio 2014 alle ore 18:44.

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«Sono sereno per quel che riguarda la mia situazione personale, preoccupato per quello che riguarda il Parlamento». Così il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, a margine della cerimonia di inaugurazione dell'Anno giudiziario, al Consiglio di Stato. Lasciando Palazzo Spada il capo dello Stato fa un accenno al caos politico degli ultimi giorni e conferma di non essere preoccupato della richiesta di impeachment avanzata dal M5S nei suoi confronti. Già giovedì aveva dichiarato: «La messa in stato d'accusa faccia il suo corso».

Letta: no all'escalation
Nel primo pomeriggio, terminato il Consiglio dei ministri, il premier Letta esprime la solidarietà del Governo: «La richiesta di impeachment é un atto grave, profondamente sbagliato, fuori da ogni regola, una provocazione bella e buona che rappresenta un'ulteriore tappa di attacco alle istituzioni». Credo, ha detto Letta, «che ci sia stato un livello di tolleranza eccessivo rispetto a modalità al di fuori di quelle consentite dalle regole democratiche». Per il premier «è da respingere con forza e nettezza sia l'atto d'accusa nei confronti del Capo dello Stato sia i comportamenti visti in queste ore», ha sottolineato parlando di una «escalation di violenza» e di attacchi «nei confronti della presidente della Camera che stigmatizziamo».

La performance della giustizia amministrativa
C'è una giustizia che funziona, almeno in termini di "produttività", ed è quella amministrativa, capace negli ultimi 5 anni di dimezzare l'arretrato. Nel 2013, questo il bilancio tracciato all'inaugurazione dell'anno giudiziario dal presidente del Consiglio di Stato, Giorgio Giovannini, i giudizi definiti sono stati infatti «quasi il doppio dei nuovi ricorsi pervenuti», cioè 114.592 contro 64.483. Da qui la «consistente riduzione dell'arretrato, che negli ultimi cinque anni è stato più che dimezzato e ora si attesta su circa 322mila unità».

Tutele non frenano lo sviluppo e gli investimenti
Nel suo intervento, Giovannini difende anche le ordinanze di sospensione dei Tar, spesso nel mirino perché viste come impedimento alle iniziative delle Pa: l'istituto, sottolinea, «non può essere né limitato né tantomeno soppresso perché garantisce l'effettività della tutela giurisdizionale». Il problema, spiega Giovannini , riguarda piuttosto l'incapacità della Pa di "gestire" correttamente provvedimenti complessi. Infatti, «Tutte o quasi tutte le grandi determinazioni amministrative finiscono per formare oggetto di impugnativa», fatto che «denota la debolezza delle pubbliche amministrazioni, che non sono evidentemente in grado o forse non hanno la credibilità necessaria per assumere provvedimenti di una certa portata che restino incontestati dai rispettivi destinatari». Paradossale, quindi, conclude il presidente del Consiglio di Stato, «pensare che le tutele ritardino lo sviluppo, é semmai vero il contrario: gli investimenti non possono che essere scoraggiati là dove non venga assicurata la legittimità dell'agire amministrativo attraverso un efficace sistema di giustizia».

Contenzioso voto Piemonte, tempi lunghi non dovuti a giustizia amministrativa
In difesa della celerità della giustizia amministrativa anche il passaggio che Giovannini dedica alla risoluzione del contenzioos in materia elettorale, che ha visto di recente chiudersi l'annosa vicenda delle elezioni regionali del Piemonte (2010) con l'annullamento del voto. «La celerità con la quale vengono normalmente conclusi i giudizi in materia elettorale non é contraddetta» dalla recente vicenda del Piemonte, spiega il presidente del Consiglio di Stato. In quel caso, la durata è durata « al fatto che sul giudizio amministrativo si sono innescati un processo civile e un processo penale per la risoluzione di questioni di falso, che la legge riserva alla esclusiva cognizione dei giudici ordinari». «Si é reso necessario - conclude Giovannini - sospendere il processo amministrativo e attendere tre gradi del processo penale e solo dopo la conclusione di quest'ultimo é stato possibile riprendere il giudizio dinnanzi al Tribunale amministrativo regionale del Piemonte, che ha svolto la sua attività nell'assoluto rispetto dei termini di legge».

Incarichi esterni dei magistrati, allo studio riforma della normativa
Nonostante le buone notizie sulla produttività, anche la giustizia amministrativa presenta aspetti opachi, come ad esempio il proliferarre degli incarichi esterni dei giudici, un problema che costituirà una delle priorità di intervento e di riforma del consiglio di Presidenza della giustizia amministrativa insediatosi nell'ottobre scorso. In arrivo anche una normativa per regolare il procedimento disciplinare, e nuove disposizioni sull'Ufficio Studi sullo svolgimento dei tirocini dei giovani laureati.

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