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Questo articolo è stato pubblicato il 22 aprile 2010 alle ore 16:50.
L'ultima modifica è del 11 maggio 2010 alle ore 16:44.
Nicola Greco ha 16 anni, vive a Roma ed è un ragazzo normalissimo. «Faccio il terzo anno del liceo scientifico - racconta - studio quel che basta per garantirmi una buona media scolastica». Solo che nel frattempo legge David Weinberg, guru del web. «L'ho conosciuto al Venice Session e mi ha mandato a casa il suo libro autografato». Fuori dalla aule del liceo, soprattutto in rete, Nicola sta diventando una piccola celebrità. Blogger affermato, partecipa, spesso come relatore, a importanti conferenze. Come Venice Session, poco più di un anno fa.
A 13 anni ha lanciato una campagna che si chiamava "Linux nelle scuole italiane" - «ho raccolto 2700 firme per far adottare questo sistema informatico nella scuola» - mentre a scuola non usa il diario, «i compiti li scrivo sull'ipod, ho tutto gli orari, quando arrivo a casa scarico tutto sul computer». Ha tutte le caratteristiche del "nativo digitale" ma non ama il termine «i nativi digitali non solo i giovani, presto lo saremo tutti - spiega sul suo blog - bisogna dare valore alle idee, non all'età».
Di idee, Nicola, ne ha avute diverse. Tutto è iniziato quando aveva nove anni. «Mio padre mi ha fatto accedere a internet. Scaricavo quello che mi interessava: canzoncine, cartoni animati. Poi, quando avevo 12, 13 anni, ho scritto le prime righe di codice per sviluppare e programmare in internet grazie all'aiuto di mio zio. Mi ha spiegato le prime nozioni di Html e dei linguaggi di programmazione. Ero piccolo mi fu facile capire». Ci racconta il padre, presente all'intervista, che una volta, in una libreria, «Nicola vide un libro, si chiamava HTML. Sfogliandolo disse: "Questo lo so, questo lo so.. ma costa troppo non me lo compro". Aveva 11 anni e già conosceva molto del contenuto di quel libro».
«Molti iniziano studiando prima la matematica e poi la programmazione, per me è stato il contrario» dice Nicola. «Sviluppo applicazioni per il web - continua - mi piace conoscere tantissimi mondi. Mi sono dato allo studio dei social network, per creare delle reti sociali dei social network verticalizzati. So sviluppare, organizzare, gestire e architettare un social network. Ora mi sto occupando del tipo verticale, ossia basato solo su una comunità di nicchia».