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Questo articolo è stato pubblicato il 13 maggio 2010 alle ore 16:16.
L'ultima modifica è del 14 maggio 2010 alle ore 18:05.
Facebook è una miniera per chi vuole avere notizie su un candidato per un posto di lavoro: raccoglie fotografie, discussioni con gli amici, commenti. Secondo una ricerca di Microsoft il 70% delle aziende in cerca di personale scandaglia il social network alla ricerca di informazioni "aggiuntive" su chi ha presentato un curriculum. E spesso non è difficile trovare online dati sulle persone all'interno delle reti sociali. Alcuni utenti di Facebook, infatti, hanno scelto di avere un profilo pubblico, accessibile a chiunque sul web. Altri, invece, conservano una pagina privata, ma accettano qualsiasi proposta di amicizia. Negli Usa, invece, gli studenti dell'università del Michigan hanno deciso di tutelarsi da sguardi indiscreti sulla loro vita privata con una misura semplice: hanno cambiato il loro nome su Facebook con un nickname, un soprannome.
Gli iscritti al social network, inoltre, rappresentano un pubblico immenso per il marketing. Alcune, per esempio, utilizzano le immagini condivise dagli utenti per annunci pubblicitari: se le persone danno il loro consenso, appaiono messaggi promozionali accanto all'immagine degli amici, negli spazi destinati alle inserzioni commerciali. Anche per le società di assicurazione il social network più grande del mondo è diventato un territorio per trovare, talvolta, dati supplementari. Un quotidiano inglese, il Daily Telegraph, ha scoperto che un cittadino ha pubblicato immagini di automobili, abiti firmati e viaggi. Abitava, però, in una casa popolare. Che ha perso dopo la scoperta delle fotografie condivise nella rete sociale online. Oppure, in Canada, l'assicurazione ha ricevuto una denuncia dopo un incidente d'auto: la persona danneggiata dichiarava di non poter nuotare in piscina. La consapevolezza nel pubblicare informazioni online resta la strada principale per evitare sorprese.