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Questo articolo è stato pubblicato il 13 maggio 2010 alle ore 15:38.
L'ultima modifica è del 14 maggio 2010 alle ore 15:55.
Dopo la lettera scritta da un gruppo di senatori americani a Mark Zuckerberg, giovane fondatore d Facebook, e l'esposto alla Federal trade commission firmato da 15 associazioni dei consumatori, anche le autorità europee se la prendono con il più grande sito di social network al mondo per lo scarso rispetto della privacy dopo le novità introdotte durante la conferenza con gli sviluppatori di San Francisco qualche settimana fa.
Al centro del contendere la funzione "personalizzazione istantanea", che è stata introdotta di default inizialmente solo per Microsoft Docs.com, Pandora e Yelp. La "personalizzazione istantanea" fa sì che la navigazione, sui quei siti, conservi una serie di informazioni che l'utente ha consegnato al social network. Per eliminarla occorre andare sulle impostazioni di privacy e compiere una serie di passaggi.
I responsabili della protezione dei dati personali della Commissione europea ha scritto una lettera all'azienda giudicando «inaccettabili» le modifiche introdotte. Si tratta, spiega il Financial Times, del più forte rimprovero da parte delle autorità del Vecchio Continente contro un'azienda americana. Pare che Facebook stia meditando una risposta.