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Questo articolo è stato pubblicato il 14 maggio 2010 alle ore 15:52.
L'ultima modifica è del 15 maggio 2010 alle ore 14:12.
«We love Apple». Firmato? Adobe. Chi l'avrebbe mai detto. Le due aziende sono impegnate ormai da qualche settimana in una guerra fatta di lettere, interviste, attacchi, risposte e contrattacchi. L'ultimo capitolo è una campagna pubblicitaria di Adobe, comparsa sul web e su un'intera pagina del Wall Street Journal, dove l'azienda elenca una serie di tecnologie, aziende e valori che "ama". E cioè Apple, la creatività, l'innovazione, le applicazioni e così via. Per concludere: «Quello che non amiamo è quando qualcuno ti priva della libertà di scegliere cosa creare, come crearlo e il modo in cui vivere il web». E cioè Apple.
Perchè? Apple non integra Flash, tecnologia Adobe, su iPod, iPhone e iPad. Nei giorni scorsi Steve Jobs, con una lettera aperta, ha spiegato i motivi definendo la tecnologia una piattaforma «chiusa» e rimpiazzabile con altri sistemi, come l'Html5, standard aperto supportato dalla società della Mela morsicata, da Microsoft, da Google e da tante aziende del settore.
Adobe ha risposto, insieme alla campagna pubblicitaria, con una lettera aperta dei fondatori di Chuck Geschke e John Warmock sul sito ufficiale della società in cui sottolineano che gli utenti dovrebbero poter essere liberi di scegliere come fruire del web e che nessuna società dovrebbe dettare cosa è possibile creare o meno. Ecco perchè, aggiungono, Adobe supporta attivamente standard come Html4, Html5 (anche lui) e H.264 in aggiunta alle sue tecnologie proprietarie.