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Tecnologie Green

L'ANTICICLO solare

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Questo articolo è stato pubblicato il 15 maggio 2010 alle ore 10:02.

LA CRESCITA DEL SETTORE NON SI FERMERÀ, NONOSTANTE I TAGLI AGLI INCENTIVI, SOSTIENE Luca Zingale, DIRETTORE SCIENTIFICO DI SOLAREXPO DI GIUSEPPE CARAVITA
Bolla fotovoltaica italiana? Le cifre, in effetti, sono diventate piuttosto grosse. Al SolarExpo, chiusosi a Verona venerdì scorso, quasi 70mila visitatori hanno fatto giare, nei suoi tre giorni, i tornelli della Fiera. Il 9% in più sull'anno scorso, per un'industria, quella delle rinnovabili nel suo complesso, che oggi fattura circa cinque miliardi di euro, muove oltre 400 medie imprese (e alcune migliaia di piccoli istallatori) nel fotovoltaico, nel solare termico, nelle soluzioni edilizie a risparmio energetico, nell'eolico (e ormai mini-eolico), nell'efficienza degli impianti e nelle biomasse.
Non poco, secondo l'analisi condivisa da noti esperti, in primis Luca Zingale, direttore scientifico del SolarExpo e Arturo Lorenzoni, docente alla Bocconi e fondatore di Galileia, la startup padovana che ha di fatto organizzato il club degli innovatori 4R4, una ventina di startup che testimoniano della vivacità di questa frontiera, anche in Italia.
Il Gse (il Gestore elettrico, responsabile dell'erogazione degli incentivi al fotovoltaico) ha presentato la bozza (ampiamente conosciuta) del secondo conto energia che – stando alle ipotesi – dovrebbe ridurre la tariffa incentivata del conto energia, dal 2011 in avanti, in un range che va dal 6% per gli impianti integrati nelle costruzioni fino al 25% in meno per i grandi campi fotovoltaici.
A 36 centesimi medi per chilowattora garantiti per vent'anni, e per contro un crollo dei prezzi dei pannelli fotovoltaici stimato negli ultimi dodici mesi al 34%, oggi il mercato solare italiano è uno dei più appetibili del mondo. Di qui un SolarExpo affollato da tutti i nomi, grandi e anche medi fotovoltaici cinesi, tedeschi, Usa e persino spagnoli. Di qui un mercato con tassi di crescita record (il Gse prevede 1,5 gigawatt di picco istallati nei prossimi dodici mesi, più di tutto quanto si è fatto in Italia dalla nascita delle celle solari a oggi) e anche nel solare termico, grazie alla detrazione di imposta del 55%, oggi quello italiano è divenuto il secondo mercato d'Europa, dopo quello tedesco (ma, a differenza del primo con una ben più robusta presenza industriale nazionale). Tutto si gonfierà con i tagli alle tariffe incentivate del nuovo round del conto energia. Qualcuno lo teme ma la gran maggioranza degli esperti appare abbastanza tranquilla: «La discesa dei prezzi e l'aumento di efficienza dei sistemi fotovoltaici è tale che anche un taglio quale quello previsto nella bozza non fermerà la crescita di un settore, quello delle energie rinnovabili, che sta raggiungendo i 5 punti di Pil – osserva Zingale – ed è del tutto anticiclico».

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Ora è il momento non solo del fotovoltaico tradizionale, bancabile. Ma dell'innovazione al contorno, negli inverter, nei sistemi di controllo, negli inseguitori e nei pannelli fotovoltaici a concentrazione, che verranno inclusi nei nuovi incentivi. Aree dove l'industria italiana è attiva, mentre pare aver perso la battaglia nei prodotti più energivori o a grande scala (polisilicon, celle in silicio tradizionali). E poi il termico, dove comincia (ma solo per grandi istallazioni) il passaggio al solar cooling, all'integrazione con le pompe di calore di geoscambio, al combinato fotovoltaico-calore. E qui un ripensamento della defiscalizzazione al 55% (limitata ai soli collettori solari di calore) viene richiesta da più parti.
Ma non è tutto rose e fiori in questo settore in crescita via incentivi. Le barriere burocratiche (e spesso di autentica corruzione su base locale) tuttora pesano sullo sviluppo del mercato, con Regioni che hanno emesso normative a macchie di leopardo e spesso dispongono di staff tecnici del tutto inadeguati. In estate, insieme al decreto definitivo sul nuovo conto energia, dovrebbero finalmente arrivare le tanto sospirate linee guida sulle autorizzazioni agli impianti fotovoltaici e rinnovabili, improntate allo snellimento delle procedure, a un'uniformità nazionale, e a una minore discrezionalità a livello locale o comunale. Per l'Aper, che vi ha condotto una specifica indagine, il costo sommerso della burocrazia (e altro) può arrivare al milione di euro per megawattora per vent'anni. Il vero tallone d'Achille di una partita industriale, e non bolla, nel suo complesso positiva.
giuseppe.caravita@ilsole24ore.com
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1. Celle al germanio
La startup ferrarese nasce in simbiosi con il dipartimento di Fisica dell'Università di Ferrara, dove il gruppo di ricerca di Giuliano Martinelli è da anni attivo sul fotovoltaico a concentrazione. E in particolare sulle celle al germanio, ad alta efficienza. Un materiale però oggi scarsissimo. Di qui una nuova tecnologia di deposizione a minimo impiego del materiale raro su silicio, attraverso un sofisticato sistema microelettronico. Oggi la Dichroic ha persino mosso l'interesse di giganti come Boeing per il fotovoltaico spaziale ultraleggero.
2. Fotovoltaico polimerico
All'Istituto per la Microelettronica del Cnr di Catania da anni sono in corso le ricerche sul fotovoltaico polimerico. Con lo sviluppo di celle di buona performance, elevata flessibilità, basso costo ma non lunghissima durata all'esposizione solare. Di qui l'idea di alcuni giovani ricercatori e borsisti, guidati da Giuseppe Suriano, di applicare queste celle plastiche ai capi di abbigliamento, dalle magliette ai giacconi, per realizzare abiti in grado di alimentare piccoli oggetti elettronici portatili, comprese scritte luminose flessibili e intercambiabili.
3. Turbina di lunga durata
Ripensare la turbina eolica e riprogettarla a misura dei tetti italiani. È quanto hanno fatto gli ingegneri della Enatek, nata a Piombino, con un approccio semplice: una turbina orizzontale che non ha bisogno di pali ma ruota lungo un asse longitudinale, con una dimensione modulare pari alla facciata esposta del palazzo. In questo modo, spiega Gianluca Cecchetti, uno dei fondatori, la turbina può durare anche 30 anni e fornire energia fino all'autonomia dell'edificio. La Venturbine di 20 metri produce infatti ben 2 Mwh all'anno, senza miracoli.
4. Energia dalle correnti
Frutto di anni di ricerche del dipartimento di Meccanica dell'Università di Catania la nuova turbina maremotrice della Sintenergy - spiega Antonino Cutrupi, uno dei suoi fondatori – è radicalmente diversa da quelle già sviluppate per la cattura dell'energia da correnti marine. Si tratta infatti di un sistema meccanico leggero, che si auto-orienta alla corrente come una bandiera e rispetta i fondali e le alghe. Concepita per una stazione permanente nello Stretto di Messina il nuovo concetto di turbina potrà persino essere miniaturizzato.
5. Gioco di luci
Uno specchietto che fa passare soltanto un colore della luce e ne riflette un altro. La luce rossa va su un chip fotovoltaico in silicio, quella azzurra su un chip Ingap. Ambedue assieme così producono una conversione della luce solare in elettricità oltre il 30%, e prestarsi ad una elevata produttività in caso di concentrazione dei raggi del sole. È il prototipo della startup trentina, nata da tre giovani ingegneri dei materiali che hanno anche sviluppato una finestra fotovoltaica capace di catturare la luce solare non visibile.

6. Costi più bassi
Un cannone a elettroni capace di trasformare in gas ionizzato molti materiali. Tra questi, in primo luogo, gli ossidi metallici necessari al fotovoltaico a film sottile. E il plasma ionizzato spontaneamente si auto-assembla sulle superfici (vetro) formando gli strati attivi, uno sull'altro. Si chiama Ppd (Pulsed plasma deposition) il sistema sviluppato da Siena Nanotech su ricerche del Cnr di Bologna, e promette costi di produzione del film sottile inferiori agli attuali. Sulla stessa linea è anche la Film4Sun di Parma.

7. Mini-turbina da città
Ripensare il mini-eolico rendendolo compatibile con gli ambienti urbani e le piccole dimensioni degli impianti. È il lavoro fatto da un team di ricercatori di ingegneria aerospaziale dell'Università Federico II di Napoli, che hanno poi avviato la Eolpower. Si tratta di mini-turbine che offrono un buona produttività anche in situazioni poco ventose. Ed è stata sviluppata anche una mini turbina ad asse orizzontale (Mythos) a misura delle zone urbane. La startup napoletana è già attiva sul mercato del mini-eolico con istallazioni anche estere.

8. La casa-serra
Spin-off del dipartimento di Agraria dell'Università di Milano, l'Esae lavora, in diversi siti sperimentali agricoli e edilizi, su tecnologie avanzate di risparmio energetico, tra cui un prototipo di casa-serra dotata di pareti captanti, un pozzo termico, un fitodepuratore e un sistema fotovoltaico adatto anche a case di montagna, verticale e a prova di innevamento. La casa-serra ecologica dell'Esae, che può avvalersi anche di pompe di calore, viene adattata dall'azienda di ricerca su più tipologie, sia abitative che agricole.

9. Specchi piani
Nata in Sardegna dall'impulso del centro R4 fondato dal Nobel Carlo Rubbia l'Elianto nasce nel 2007 sui piccoli impianti solari termodinamici, secondo la loro architettura più semplice, quella a specchi piani di Fresnel. L'azienda oggi realizza impianti solari da 1 a 5 Megawatt elettrici, con accumulo termico e continuità di produzione. E pienamente incentivabili. L'impianto è semplificato al massimo, a misura anche di aree ristrette. I fluidi che scorrono nei tubi ricevitori possono andare dall'acqua all'olio sintetico.

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