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Questo articolo è stato pubblicato il 18 maggio 2010 alle ore 16:46.
:Telecom Italia ad aprile ha cominciato a sperimentare tecniche di "network management": lo farà per sei mesi, su propri utenti banda larga, in poche centrali telefoniche. L'annuncio è apparso sul sito 187.it: è sfuggito ai molti ma non ai concorrenti; Aiip (Associazione dei principali provider italiani) ha diffidato Telecom ad Agcom. Chiede maggiori informazioni e intima di cessare questa pratica. C'è tanta animosità perché la questione ha in sé il riflesso di un possibile futuro di internet. Un futuro incombente in cui ci saranno servizi di serie A e di serie B: i primi viaggeranno con una velocità garantita, mentre i secondi si accontenteranno della banda disponibile al momento. Telecom spiega che il fine è «garantire un migliore servizio ai clienti». Limiterà l'impegno massimo di banda da parte delle applicazioni che ne consumano di più (come il p2p), per garantirne a sufficienza ai servizi in tempo reale o quasi, come le mail.
Aiip si è allarmata per vari motivi perché, scrive nella diffida, «teme che sia discriminata la banda dei clienti di operatori concorrenti di Telecom con possibile violazione della neutralità della rete». Ipotesi plausibile, confermano da NnSquad Italia. In più, «se Telecom ha trovato una tecnica di network management migliore, vogliamo che sia messa a disposizione anche dei concorrenti – dice Paolo Nuti, presidente di Aiip –. Gli operatori italiani hanno fatto poco network management finora, perché costoso e malfunzionante». Telecom conferma a Nòva24 di non averlo mai fatto prima. Sono tecniche basate su apparecchi specializzati (al costo di circa 100mila euro l'uno), posti prima dell'accesso a internet. Sono dotati di molteplici processori dedicati all'elaborazione del traffico. Danno una diversa priorità alle varie applicazioni, riconosciute in base alla porta o, come fa Telecom, all'header dei pacchetti.
In futuro questi apparati potrebbero prioritizzare il traffico anche in base all'Ip di destinazione (quindi accelerare i servizi Google e rallentare quelli di Microsoft, o viceversa), ma sarebbe un'estrema violazione della neutralità. In attesa di norme più chiare, gli operatori non ci provano. Almeno, non dicono di farlo: «Non c'è piena trasparenza su quello che succede nei loro network», dice Jan Dawson, analista di Ovum. A ogni modo, le tecniche di network management avranno un ruolo crescente sul web, secondo Infonetics: il mercato mondiale di quegli apparati varrà 1,5 miliardi di dollari nel 2013, sei volte in più rispetto al 2008. I vendor leader sono Sandvine, Cisco e Allot. (al.lo.)