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GLI AUTORI DELL'INNOVAZIONE NELLA RETE CHE VA OLTRE LA CRISI

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Questo articolo è stato pubblicato il 18 maggio 2010 alle ore 16:31.

C'erano una volta le trading company: aziende dedicate a organizzare le esportazioni dei prodotti di sistemi industriali immaturi sul piano commerciale ma fortissimi in termini di competitività. I paesi asiatici ne trassero vasti vantaggi. Oggi, facendo un salto storico non piccolo, c'è Muji: che al lavoro della trading company ha aggiunto uno stile (essenziale), un significato (sostenibile), una scelta di qualità delle metodologie produttive (artigianato e innovazione), un orientamento al mercato interno persino più forte di quello all'esportazione. E Muji, che in questo modo organizza e valorizza una rete di piccole imprese localizzate in diversi paesi asiatici è un esempio di successo giapponese nel mondo attuale.
A sua volta, Ikea è un grande organizzatore di produzioni localizzate in varie parti del mondo e aggiunge alla logistica e alla distribuzione al dettaglio una chiara linea stilistica che si assicura trovandola sul mercato e offrendo ai designer una chance per fare progetti destinati a tutto il mondo. Alcuni tra loro, come Camilla Diedrich e Nina Jobs, hanno trovato fama e riconoscimenti proprio con i prodotti pensati per l'Ikea.
Gli artigiani e i designer sono generatori di senso che attraverso aziende-piattaforma come Muji e Ikea portano al mercato il valore prodotto dalla loro creatività.
Volendo, potrebbero usare eBay, o Amazon, o addirittura Apple e Google. Il valore che producono è immateriale: sta nell'immagine, nello stile, nell'informazione, nel saper fare, nella ricerca, nell'idea, nel significato che riescono a "iscrivere" negli oggetti che progettano e realizzano. E le merci diventano i media che trasportano quelle idee e quei saperi.
Non per niente le piattaforme più adatte hanno a loro volta una sorta di "linea editoriale", uno stile, un sistema incentivante per la qualità e il senso culturale delle merci che vendono.
Portando all'estremo questa metafora si potrebbe dire che, nel commercio degli oggetti che trasportano idee di design o saperi artigiani, ci sono due compiti in gioco: da una parte ci sono le reti, le piattaforme, i contenitori stilistici, le organizzazioni logistiche; dall'altra parte, alcuni sono gli autori, i detentori della conoscenza, gli interpreti, i creatori di applicazioni. Sicché l'organizzazione di questo mercato del design e dell'artigianato tende ad assomigliare all'internet, la macchina incentivante per l'innovazione più compatibile alla dinamica della globalizzazione che finora si sia vista all'opera. (l.d.b.)

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Arper Sedie e poltrone modulari per ottimizzare le risorse Claudio Feltrin, amministratore delegato e vice presidente Arper, racconta a Nóva 24 come quest'anno al Salone del mobile l'azienda presenti, tra l'altro, l'ampliamento della collezione di sedute Loop. Modulari e componibili, sono perfettamente in linea con la politica dell'azienda di ottimizzazione massima delle risorse, realizzando progetti flessibili e costituiti da famiglie di prodotti idonee alle esigenze di un mercato sempre più alla ricerca di maggior flessibilità. Collezioni ampie dunque, in cui poter ottimizzare al massimo le energie investite a partire dai designer, toccando la fase di prototipazione, la realizzazione degli stampi, le ricerche su materiali e le tecnologie adottate, riducendo i costi e offrendo maggior scelta all'interno di ogni tipologia.
Seguendo questa linea hanno inoltre puntato soprattutto sul mercato estero. Grazie alla continua crescita degli anni precedenti, hanno affrontato con successo i momenti difficili del 2009.
>Laura Aquili e Ergian Alberg

Mdf Con le nanosfere i tessuti resistono alle macchie Tra le aziende che meglio hanno reagito al mercato nel 2009 e in quest'inizio 2010, è sicuramente da annoverare Mdf. Umberto Cassina, vice presidente dell'azienda, spiega come non abbiano strategicamente rinunciato a investire, continuando a innovare facendo ricerca. Il loro obiettivo è quello di crescere continuando proprio a effettuare investimenti che possano ampliare nei prossimi anni la loro offerta di prodotti. Anche quest'anno non hanno ridotto i budget destinati ai nuovi progetti, puntando anche su nuovi mercati tra cui soprattutto il Sud-Est asiatico dove prima non erano presenti. Facendo tesoro dello scorso Salone in cui hanno avuto un ottimo riscontro progetti innovativi come la libreria Vita componibile on-line, presentano quest'anno una nuova libreria battezzata Nes (never ending story) e completano la serie di sedute Flow con l'introduzione della versione tessile contraddistinta dall'utilizzo del nuovo tessuto con finissaggio NanoSphere che, grazie alla nanotecnologia, rende i tessuti repellenti allo sporco e ai liquidi.

Valcucine Cucina eco-sostenibile, riciclabile e atossica Nell'anno di Eurocucina, in termini di etica e rispetto per l'ambiente è Valcucine a mantenere lo scettro dell'eco- sostenibilità. Il rispetto per l'ambiente è infatti il fil rouge, l'imperativo etico, che sottende a tutti i loro progetti. Come nella cucina Artematica Vitrum con Base Invitrum in cui sono utilizzati prodotti monomaterici: vetro 100% riciclabile e alluminio. La struttura è totalmente disassemblabile, unita da giunzioni meccaniche. Atossica, senza collanti e di facile smaltimento nel riciclo dei materiali.
La cucina tradizionale normalmente prevede un accoppiamento di basi che determina un raddoppiamento del fianco in truciolare che raggiunge uno spessore considerevole, con un largo impiego di materiale e di energia. Valcucine invece ha sviluppato la struttura della cucina in modo da ottenere un unico fianco strutturale in vetro molto ridotto. Inoltre il processo per la produzione di alluminio riciclato permette di consumare solo un ventesimo dell'energia necessaria. L'uso consapevole della materia al centro della strategia ambientale dell'azienda dunque, nell'ottica di una sostenibilità sia del processo produttivo che del prodotto stesso.

B&B Italia
La nuova schiumatura migliora gli imbottiti
Fulcro della produzione industriale di B&B Italia è da sempre il processo tecnologico della schiumatura del poliuretano a freddo in stampi per la realizzazione di imbottiti (poltrone e divani). L'azienda fondata nel 1966, è stata tra le prime a introdurre nel mercato del mobile proprio questa tecnologia. Ed è in considerazione della strategicità che tale processo ha sempre avuto, e che con molte probabilità continuerà ad avere, che B&B Italia ha indirizzato energie e risorse nel rinnovare l'intero reparto di schiumatura. Ovviamente i nuovi prodotti presentati al salone di quest'anno vertono soprattutto sulla valorizzazione di tale tecnologia. Esempio ben riuscito è la versione più ridotta della poltrona Papilio di Naoto Fukasawa, ribattezzata per il nuovo lancio Piccola Papilio.
Il potenziamento della capacità produttiva e il raggiungimento di uno standard qualitativo sempre più elevato sono parte degli obiettivi che l'azienda si pone per rispondere in maniera concreta alle aspettative di un pubblico internazionale sempre più esigente.

Driade
Tecno-artigianato di lunga durata

Elisa Astori, amministratore delegato di Driade, sostiene che la strategia dell'azienda storica del design italiano, non sia mai mutata nel tempo: «Abbiamo continuato a fare quello che sappiamo fare, progettare dei prodotti che facciano sognare». Perseguendo l'obiettivo di rifuggire la banalità, con le loro tre linee Driade, DriadeStore e Driade Kosmo, rispondono alle richieste del mercato contemporaneo con una ricerca radicata nell'estetica, mescolando l'artigianato alle più moderne tecnologie. I progetti di luce Apollonio e Norma di Borek Sipek ne sono un buon esempio, restituendo una combinazione di ricchezza e determinazione del segno con un'immagine potente pur nell'accentuata carica decorativa. Oggetti destinati a durare nel tempo dunque, non solo utilizzando materiali preziosi, ma dando a essi una storia intrisa di alta tradizione che si contrapponga alla trascuratezza dell'usa-e-getta. Secondo l'azienda la miglior forma di ecologia non consiste solo nel riciclare le cose, ma nel conservarle con cura e affetto. «Perché gli oggetti disegnati per sedimentazione culturale e costruiti dalla mano dell'uomo-artigiano hanno un loro linguaggio segreto che nel tempo possiamo imparare ad ascoltare».


Whomade
Il fare è rete di relazioni fisiche e concettuali

Whomade è un'azienda che fonda il proprio valore sulla rete che ha generato e che continuamente tesse per crescere, spiega Edoardo Perri. Pone la propria missione nel mezzo di una crisi in atto da tempo: quella di un settore, l'artigianato tradizionale, che da decenni soffre di un distacco con il mercato e, in alcuni casi, dello sfaldamento del contesto di riferimento su cui basava la costruzione del proprio valore. Sfruttando questa impasse come un'occasione, Whomade sviluppa strategie proprie per trasformare il limite dell'artigiano in opportunità. Consulente e produttore allo stesso tempo, progetta nuove connessioni, fisiche e concettuali, attraverso le quali guida l'artigiano nell'implementazione del suo saper fare, per lo sviluppo di nuovi oggetti in linea con i mercati, mantenendo tuttavia vive le pulsioni che caratterizzano l'atto artigianale, diversamente da quello industriale. Ed è in quest'ottica che Whomade propone gli appendiabiti modulari Arbol o lo sgabello basculante Padela, ottenuto rovesciando una pentola per caldarroste, e ancora Capela, paralume da salotto.

Danese
Dagli stampi all'oggetto senza sprechi

«Innovazione significa avere una visione che riconnetta la ricerca tecnologica spinta con il fare progettuale». Ed è in questa direzione che Danese sviluppa – spiega l'amministratore delegato Carlotta de Bevilacqua – due vie parallele ma strettamente comunicanti. La prima appunto intraprende la strada intrisa d'innovazione tecnologica che fa progettare all'architetto de Bevilacqua oggetti come Una, lampade altamente innovative a luce led e corpo in alluminio riciclato di solo 2 millimetri di spessore, connessi da snodi in pressofuso d'alluminio, sviluppati per essere orientabili sui tre assi. La seconda, ma non meno importante, è quella della ricerca etica che le ha fatto sviluppare con il neolaureato Marcello Pirovano una tesi il cui titolo la dice lunga sui contenuti: WasteNot. Si tratta di un'attenta e approfondita analisi delle risorse interne che Danese accoglie nel proprio bagaglio storico, proponendo un nuovo approccio di riciclo del proprio Dna che coinvolge a tutto tondo risorse, oggetti esistenti ancora in produzione, pezzi destinati invece a scomparire, arrivando ad abbracciare addirittura gli stampi. Succede allora che la lampada Memento contenga parti di prodotti Danese progettati nel passato: Evolute 39 e Tet tan, lampade a sospensione disegnate proprio da Carlotta de Bevilacqua nel 2004 e nel 2006.

Cucina trasparente. La cucina Artematica Vitrum con Base Invitrum in cui sono utilizzati prodotti monomaterici: vetro 100% riciclabile e alluminio.
Luce decorativa. I progetti di luce Apollonio e Norma sono di Borek Sipek per Driade. Combinano ricchezza del segno alla carica decorativa.Danese. Memento, tratta dalla tesi di laurea intitolata Waste Not fatta a quattro mani da Carlotta de Bevilacqua e Marcello Pirovano.Pentola rovesciata. Capela di Whomade, lampada e tavolino luminoso in metallo verniciato ottenuto rovesciando una pentola per caldarroste

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