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LA CHIAMATA VOLA SULL'Hd

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Questo articolo è stato pubblicato il 18 maggio 2010 alle ore 16:43.

Laurent Amar È IL PRESIDENTE DI VOICEAGE, CHE HA LANCIATO LO STANDARD ADAPTIVE MULTI-RATE WIDEBAND La qualità delle chiamate su cellulare migliorerà anche in Italia, nei prossimi mesi, anche grazie al lancio dell'alta definizione. Che sarà il frutto del codec W-Amr (Wideband adaptive multiate) che Telecom Italia e Vodafone introdurranno entro il 2010, come annunciano a Nòva24. Il W-Amr è a 7 kHz, contro i 3,4 kHz dei codec usati ora su rete mobile. Ne deriva una voce con più frequenze sonore e quindi più profonda e naturale: più simile a quella che si ascolterebbe di persona. La voce va compressa comunque con un codec, per viaggiare sulle reti, ma il risultato finale, all'ascolto, cambia molto a seconda di quanto la compressione rispetta o distorce l'originale. La rivoluzione sarà tuttavia graduale.
Non basta infatti che gli operatori adottino il nuovo codec, con un semplice aggiornamento software nelle proprie reti. «Serve anche che entrambi gli interlocutori abbiano un cellulare adatto, che supporti il W-Amr. Al momento ce l'hanno il Nokia 6720, i Sony Ericsson Elm e Hazel. Terminali Android, Htc e Blackberry hanno il codec ad alta definizione ma lo usano solo per la musica. Molti modelli compatibili dovrebbero arrivare nel 2011», dice Stephen Sale, analista di Analysys Mason, che ha pubblicato uno studio sul fenomeno. Prevede che per il 2014 il 40% delle chiamate su cellulari sarà ad alta definizione, nei mercati maturi: «Avanguardia nel mondo è Orange: a settembre ha avviato test in Moldavia e prevede di lanciare il servizio nel 2010 in Spagna, Francia, Regno Unito. 3 Uk si sta preparando, mentre T-Mobile ha fatto esperimenti».
Il tutto avviene adesso perché «gli operatori cercano nell'alta definizione un antidoto al calo vertiginoso dei prezzi delle chiamate mobili. Riusciranno così a rallentarlo soltanto, però, perché ci risulta che gli utenti non sono disposti a pagare un extra per l'alta definizione». Un altro vantaggio strategico è che «la maggiore qualità consentirà di rubare altri utenti alla telefonia fissa». Senza costi o quasi: «Le reti 3G posteriori al 2005 sono già pronte al W-Amr e non richiedono un cambio di apparati. In teoria è possibile adottare il codec anche sul Gsm, ma nella pratica funziona male».

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A mettere i bastoni tra le ruote ci sono alcune incognite: non è sicuro che ci saranno subito tanti cellulari adatti; è incerto il vantaggio economico per gli operatori; non è detto che arrivi presto l'interoperabilità. Gli operatori dovranno negoziare l'interconnessione in W-Amr perché gli utenti degli uni e degli altri possano parlare ad alta definizione. «All'inizio, però, potrebbero essere restii a farlo, per proteggere la propria base clienti», dice Sale. Non sarà facile trovare un'altra persona con cui parlare in alta definizione, nei primi tempi, insomma.
La scarsità di terminali disponibili ha convinto Wind che non sia ancora il momento di passare al W-Amr; per questo stesso motivo, Vodafone userà una combinazione di codec, il W-Amr e l'Amr: «Entrambi migliorano la qualità della chiamata perché adattano il bitrate, in modo dinamico, alle risorse radio disponibili», spiega Nadia Benabdallah, responsabile del Network Engineering di Vodafone Italia. Riducono così il rischio di errori di trasmissione. Tim e Wind dicono di avere già introdotto l'Amr. «Miglioreremo la qualità della chiamata in vari modi, anche potenziando la copertura – spiegano da Wind –, con celle più dense sul territorio, apparati più moderni e a 900 mHz. L'uso di questo arco di frequenze, invece dei 1.800 mHz, migliora la copertura all'interno degli edifici». «Cambieremo i vecchi apparati Gsm: i nuovi miglioreranno qualità della voce, copertura e stabilità della chiamata», aggiunge Benabdallah.
Alessandro Longo
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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