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LA CITTÀ-design

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Questo articolo è stato pubblicato il 18 maggio 2010 alle ore 16:35.

Tuula Teeri GUIDA LA AALTO UNIVERSITY, CHE HA UN NUOVO MODELLO DI SOSTENIBILITÀ MISTO TRA PUBBLICO E PRIVATO DI GUIDO ROMEO
«È impossibile innovare prendendo a prestito le idee di altri» sottolinea Tuula Teeri. Genetista molecolare di formazione, Teeri, a 53 anni, rettrice della Aalto University, nuovo superateneo nato il 1° gennaio 2010 dalla fusione del Politecnico, dell'Università di economia e della Scuola di arti e design di Helsinki. La Aalto è la prima applicazione pratica della riforma universitaria che la Finlandia ha varato l'anno scorso e ha gli occhi di tutto il Paese puntati addosso.
L'ateneo vuole essere la fucina del rinnovamento della città, da qualche mese nominata Capitale del Design per il 2012, e del modo di generare innovazione in Finlandia. Un rilancio urgente perché tutto il Paese ha accusato la crisi globale con un calo del 30% dell'export rispetto al 2008. «Vogliamo fare ricerca di base senza buttarci nel me-too, ma coltivare aree di eccellenza globale – spiega Heikki Mannila, vice presidente di Aalto – pensiamo ai nuovi materiali, energia, ambiente e naturalmente al software e al calcolo avanzato. Abbiamo però capito che la ricerca di eccellenza da sola non basta se non si sviluppa un modello che comprenda il business e il design, inteso come relazione con l'ambiente, esattamente come avviene per la telefonia mobile». Il finanziamento della Aalto arriva in parte dalle industrie nazionali, che hanno assicurato 200 milioni di euro e in parte dal Governo con matching-fund di 2,5 volte il budget privato che l'ateneo raccoglie. «L'idea di questo nuovo modello è nata per migliorare la sostenibilità economica della formazione – spiega Teeri – ma anche perché ci siamo accorti che le industrie finlandesi andavano a cercare all'estero i profili con le competenze globali che sono loro necessarie».
Insieme al nuovo ateneo sono nate la Aalto Design Factory, laboratorio di insegnamento, sperimentazione e start-up che ospita una ventina di spin-off universitarie, ma anche un sistema di innovation-garage per le idee che richiedono di essere ancora sviluppate prima di poter attirare fondi di venture capital. Il terreno intorno alla Aalto è estremamente fertile. Helsinki ha lanciato esperienze come Culminatum, società mista pubblico-privato per l'innovazione composta dalla capitale, le sue città satelliti e le università. Un'altra, più specializzata è Forum Virium, cluster aperto per la promozione dell'innovazione digitale di cui fanno parte, tra le altre, Nokia, TeliaSonera e la Finnish Broadcasting Company. «La nascita della Aalto è in realtà il primo passo di un profondo ripensamento della città di cui il 2012, quando saremo Capitale del Design, sarà la tappa fondamentale – osserva Eero Holstila, sociologo e direttore dello sviluppo economico del Comune di Helsinki – nel 2009 siamo stati al primo posto dello ranking europeo delle città più aperte all'imprenditorialità; il problema è come continuare a crescere».

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Il tema della Capitale del Design 2012 (Wdc) sarà l'integrazione nella vita quotidiana del design, inteso come non solo come progettazione di oggetti, ma soprattutto di servizi, infrastrutture e di una città a misura d'uomo attraverso piattaforme aperte. A Jätkäsaari, ex-area portuale, sorgerà Low2No, 22mila metri quadri di ecoedifici d'avanguardia per abbattere le proprie emissioni di CO2 e diventare progressivamente neutrali anche grazie all'investimento di 200 milioni di euro in una centrale eolica.
Il progetto, selezionato lo scorso settembre in una competizione internazionale con 75 partecipanti, che ha visto trionfare il team composto dagli ingegneri di Arup, insieme agli architetti berlinesi di Sauerbruch Hutton e agli specialisti del comportamento sociale dell'italiana Experientia, punta tanto sulle tecnologie quanto sui meccanismi finanziari e regolatori per creare una nuova area urbana ad alta vivibilità e basso impatto ambientale. «L'obiettivo è indurre un cambiamento sistemico che investa la città, stimolando anche i developer privati a puntare sull'eccellenza attraverso incentivi fiscali – spiega Marco Steinberg, che dopo esperienze in Italia e ad Harvard oggi è responsabile del design strategico di Sitra, fondo nazionale per l'innovazione che ha indetto il concorso – è una scommessa su un futuro più pulito e vivibile, ma soprattutto possibile con gli strumenti di mercato che spero potrà servire di esempio a molte altre città».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
www.aalto.fi
www.low2no.org


Un quartiere a basse emissioni Trasporti verdi. Il trasporto a basse emissioni e il ricorso a veicoli elettrici permetteranno di ridurre del 31% rispetto alla media 2010 le emissioni da trasporto. L'acqua recuperata. Il riutilizzo dell'acqua piovana permetterà di coprire almeno il 60% del fabbisogno idrico delle aree verdi delle case residenziali. L'eolico rende. Il quartiere investirà 220 milioni di euro in un parco eolico da 446 milioni di kWh/anno, con un tasso di ritorno sull'investimento del 9,14% su 20 anni.
Struttura stretta. Le costruzioni con una struttura più agile e stretta risultano più flessibili e favoriscono la ventilazione e l'illuminazione naturali.
Lavoro locale. Tutte le case saranno occupate da residenti che lavorano a Jätkäsaari, che dovrebbe attirare 16mila abitanti creando 6mila nuovi posti di lavoro.
Materiali per la casa. L'uso di legno e materiali riciclati permette di ridurre del 45% il contenuto carbonico nella costruzione rispetto a edifici tradizionali.
Risparmio energetico. L'illuminazione efficiente taglia i consumi del 10%, la ventilazione naturale del 6%, l'isolamento termico del 6%, sia per le case che per gli uffici.
Autonomia alimentare. Gli orti residenziali puntano a coprire il 10% del fabbisogno alimentare, contribuendo a ridurre del 35% le emissioni per la fornitura di cibo.
Consumi controllati. I display di controllo in tempo reale dell'uso di energia contribuiscono a un consumo intelligente e a una gestione più razionale della fornitura.

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