Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 18 maggio 2010 alle ore 16:27.
Cesare Marino HA RACCOLTO STORIE DI ITALIANI NEL MONDO LEGATE AGLI INDIANI D'AMERICA
Quando l'8 febbraio la centrale a energia pulita di Middletown, una piccola cittadina del Connecticut, fu sconquassata da una potente esplosione che provocò morti e feriti, l'eco fu vasta anche in Sicilia. Dall'una e dall'altra parte dell'oceano in un baleno si attivarono i media iperlocali. Micro web tv e videoblog al servizio della comunità. Middletown è detta «la piccola Sicilia», coacervo di vite dei nostri connazionali espatriati, come i Corvo (numerosissimi) o i Giuliano (a cui appartiene anche l'amato sindaco Sebastian).
Ecco, ci sono fatti che scuotono le coscienze da un capo all'altro del mondo, senza che quel fatto sia necessariamente globale. La patente di internazionalità oggi viene conferita perché attorno a un fatto confluiscono sentimenti condivisi. E le distanze si annullano quando è in ballo lo stesso sangue.
Storie di italiani all'estero, nascoste tra le pieghe di una rete che trasuda italianità. Anche perché di connazionali nei cinque continenti ce ne sono tanti. Milioni. E molti hanno abbandonato da un pezzo la valigia di cartone sostituendola con mouse e connessione. Rigorosamente a banda larga.
Da quattro anni la Fondazione Migrantes nel suo rapporto racconta l'emigrazione nostrana. E i dati aggiornati al 2009 registrano quattro milioni di italiani all'estero. Considerando però le persone di origine italiana compresi i discendenti si potrebbero superare i 60 milioni. Un'altra Italia fuori dall'Italia.
Il rapporto evidenzia come il maggior numero di espatriati sia in Europa, con Germania e Svizzera in testa. A seguire l'America e l'Oceania. Stati Uniti e Argentina sono le mete prescelte. Popolazione giovane, quella degli italiani all'estero. Più della metà ha meno di 35 anni e di questi il 30% sono minorenni.
In rete si possono scorgere micro fenomeni, piccoli grandi miracoli digitali. Matteo Rizzi, quarantenne trapiantato a Bruxelles, ha creato nel marzo 2003 Italiansonline.net, idea nata da una pizza con Beppe Severgnini. Oggi vi sono sviluppate 80 aree geografiche e ci si collega da oltre cento paesi. Obiettivo: creare una rete di accoglienza. «Per chi vive all'estero è essenziale il network, l'aiuto per la ricerca di un lavoro o di una casa, oltre al coinvolgimento per gli eventi della comunità» precisa Matteo. Ma al l'estero opportunità fa rima anche con difficoltà. «Una su tutte, il riconoscimento professionale e la crescita della famiglia in un paese straniero. Poi c'è la famosa fuga dei cervelli». Così si sono moltiplicati portali informativi, micro web tv e videoblog. Strumenti di comunicazione generati dal basso mappati dal l'osservatorio interuniversitario Altratv.tv: a oggi all'estero se ne contano quasi un centinaio, senza includere le pagine e i gruppi su social network, da Facebook a Xing. Alti gli accessi, diversificati i progetti. E il giro del mondo è multilingue. Voglia di far sentire la propria voce. Di fare comunità. Unitamente a una orgogliosa nostalgia di casa.