Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 18 maggio 2010 alle ore 16:26.
Valentina Maran è una copywriter che da anni tiene un blog dal titolo «Uomo che mi lava». Sì, ha tratto un libro dal blog che porta lo stesso nome: voleva raccontare il complicato mondo dell'advertising. Come lei stessa spiega alla giornalista Anais Ginori: «Un mondo in cui il Leone d'Oro a Cannes per la pubblicità è un gingillo del valore di zero euro», tanto che, nonostante ne abbia vinto uno pochi anni fa, i suoi capi hanno trovato carino liberarsi di lei, premiata professionista. Ma non è per il licenziamento facile, o per la precarietà della classe creativa che Valentina compare all'interno di «Pensare l'impossibile» di Anais Ginori (Fandango Editore, 14 euro). È perché per una donna, fare pubblicità, significa anche poter fare qualcosa, avere un ruolo all'interno della rappresentazione del mondo femminile nei media.
«Ci dispiace ma dobbiamo darti una brutta notizia – le hanno annunciato in una riunione fuori programma i suoi capi – abbiamo perso un cliente grosso e dobbiamo fare dei tagli. Abbiamo deciso di far fuori te. Puoi scegliere se aspettare la lettera di licenziamento o dare tu le dimissioni». Il punto di Valentina non è solo il licenziamento. Il punto di Valentina è che: «Non credo che una donna nuda faccia vendere di più». E poter dire la propria senza paura di esser mandate a casa o additate come veterofemministe è molto importante, nel momento in cui uno spot viene creato.
Anais Ginori lo sa, perché all'interno del suo libro ha scelto di inserire anche un post molto simpatico della Maran, in cui si racconta la difficoltà di rappresentare il genere femminile in uno spot. Magari uno spot di un detergente intimo. O laddove funziona di più mostrare una donna sexy che una storia invitante, come la pubblicità della Peugeot del 2006 (che ha fatto salire le vendite della 206 al l'apice, spiega la Maran).
Ma il mondo della pubblicità non è l'unico che Anais Ginori immortala nel suo viaggio alla ricerca del l'identità contemporanea femminile, e delle libertà rimaste, e di quelle perdute. Dopo un anno tremendo, in termini rosa, Anais, classe '75 e giornalista di Repubblica attraversa culture per rispondere alla domanda: perché? Che cosa è accaduto? L'autrice traccia ritratti inediti come quelli di Valentina e "le malefiche" (ragazze che su internet rivendicano la pillola del giorno dopo) e incontra personaggi storici del femminismo italiano, come Emma Bonino e Luisa Muraro della Libreria delle Donne di Milano. Domanda a tutte un'interpretazione della realtà, e chiede di ricordare sogni passati. Solidarizza, ma è capace di dialogare anche con chi inevitabilmente offende.