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Questo articolo è stato pubblicato il 18 maggio 2010 alle ore 16:29.
frontiere>GENETICA COMPLESSA A 10 anni dal sequenziamento si tirano le somme. Tra delusioni e prospettive
DI FRANCESCA CERATI
A festeggiare i dieci anni del Progetto genoma umano ci ha pensato il giudice newyorchese Robert W. Sweet che con un tempismo perfetto ha invalidato due brevetti genetici (e costosi) della Miriad Genetics. Un "gift" tutt'altro che gradito quello che è stato costretto a ricevere il comparto biotech, già in crisi, dopo anni inebrianti, per non aver mantenuto le promesse fatte dieci anni or sono. Eppure, il progetto genoma umano è stata una delle più grandi indagini scientifiche della fine del XX secolo e ha attratto investimenti al di là di ogni previsione razionale. Qualcuno lo ha addirittura paragonato al progetto Manhattan o al programma Apollo, ma forse il più azzeccato accostamento è quello alla geometria frattale di Mandelbrot, che svela i più profondi livelli di complessità quanto più si osservano. Il nocciolo della questione è infatti questo: dopo 10 anni si è capito che la biologia è molto più complessa di quanto si fosse immaginato e che la vita non può essere ridotta alla lettura di un singolo gene. In altre parole, il valore determinante del genoma così come è stato letto fino a oggi si è rilevato una delusione. E i risultati lo confermano: dopo aver investito 3 miliardi di dollari nello Human genome project (Hgp), la comunità scientifica non ha portato a grandi blockbuster. A oggi i farmaci in commercio si contano sulle dita di una mano: sono 4 molecole anti-cancro. Rispetto alle aspettative, che riguardavano soprattutto questa malattia, è davvero poco.
Cosa non ha funzionato? «Quando siamo partiti l'idea era che le vie di segnalazione fossero abbastanza semplici e lineari –, spiega Giorgio Casari, direttore del Centro di genomica del informatica e biostatistica dell'Istituto scientifico universitario San Raffaele –. Ora sappiamo che le informazioni nelle cellule sono organizzate attraverso reti. E questo è infinitamente più complesso. Va detto, però, che per accedere al genoma si sono messi in campo idee brillanti e capitali che hanno creato comunque innovazione. Cosa che con la fredda logica della ragione sarebbero state considerate troppo rischiose».