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Questo articolo è stato pubblicato il 26 maggio 2010 alle ore 12:25.
«Ma quale boom delle vendite di decoder e tv? I nostri 13 negozi in Lombardia sono senza merce da mesi – protesta Armando Zucchinali, rivenditore di elettrodomestici ed elettronica di consumo e presidente della catena lombarda General Service –. Prima e dopo l'avvio delle trasmissioni digitali per Rai 2 e Rete 4 abbiamo consegnato poco più della metà dei prodotti richiesti. Spesso abbiamo le file di clienti fuori e dentro ai negozi. Che continuano a venire da noi perché a differenza della Grande distribuzione, li seguiamo con i nostri tecnici a domicilio: il passaggio al digitale sta creando problemi non indifferenti».
Quello che accade nei 13 dei 20 punti vendita totali General Service (40 milioni di fatturato) sta accadendo in gran parte dei negozi di elettronica di consumo della regione. Solo le grandi superfici dei gruppi e delle catene nazionali della distribuzione avendo programmato gli ordini con grande anticipo, qualche riserva in magazzino l'hanno ancora e le mancate vendite non vanno oltre il 30-35%%. «Grazie al fatto che la centrale europea del nostro gruppo Kesa aveva ordinato i prodotti per tempo – conferma John Hatch, direttore generale di Darty che concentra in Lombardia gran parte dei suoi negozi – siamo tra i pochi a potere evadere tutti gli ordini».
Chi soffre di più della mancanza di prodotti? «I piccoli negozi periferici e quelli dei comuni montani – dichiara Roberto Bonin, esperto di elettronica di consumo – in grandi difficoltà e con problemi particolarmente gravi di ricezione. C'è molto fermento tra rivenditori e utenti, e sui social network l'oscuramento di Rai News 24 sta tenendo banco con migliaia di telespettatori inferociti».
Tutti d'accordo però nell'indicare nelle grandi multinazionali del video i primi responsabili della mancanza di apparecchi. Si sottintende, in maniera neanche troppo velata, la volontà di fare lievitare i prezzi dei tv, scesi in maniera eccessiva negli ultimi mesi anche a causa delle tante promozioni messe in campo quando non c'era bisogno di spingere vendite in crescita. «Inoltre la decisione di anticipare per la Lombardia il passaggio al digitale ha spiazzato il settore – conferma Roberto Omati, direttore commerciale Expert Italia –, proprio mentre erano in corso le promozioni per la Coppa del mondo di calcio. Così oggi il prezzo medio di un tv piatto è sceso in un mese da 418 sotto i 400 euro, dopo altri tagli nei mesi precedenti. Le multinazionali devono recuperare redditività e inoltre un anno fa a fronte della crisi avevano tagliato la produzione. Riavviare le fabbriche di semiconduttori alla base dell'elettronica di consumo con nuovi macchinari richiede almeno un anno e mezzo. E poi ci si è messo anche il vulcano: i charter con i nuovi tv e decoder che dovevano rifornire i negozi prima del 18 maggio sono rimasti a terra». E quando i clienti trovano finalmente tv e decoder quali marchi premiano? Nell'ordine Samsung, Sony, Panasonic, Lg e Sharp, con apparecchi Hd e dai 40 pollici in su.