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Ericsson: «Ecco perché serve la banda larga»

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Questo articolo è stato pubblicato il 31 maggio 2010 alle ore 12:41.

Una banda larga diffusa, disponibile e a basso costo. Basterebbe questa piattaforma in Italia (e nel mondo) per far fiorire una serie e maturare di applicazioni nella demotica, nella sicurezza, nella sanità e, perché no, nell'intrattenimento e nell'accesso a Internet. Che si tratti di un terreno fertile lo testimonia anche Ericsson, azienda specializzata nello sviluppo di reti e di soluzioni soluzioni di nuova generazione, che con il suo Truck Roadshow Ericsson ha portato in giro per tutta l'Italia un vero laboratorio di soluzioni innovative.

E già realizzabili: tutto ciò che è stato mostrato è attuabile con le tecnologie disponibili, manca solo la ciliegina sulla torta. Ovvero una banda larga veloce, che si può già ottenere sia potenziando le reti Umts/Hspa sia varando i network Lte (Long Term Evolution) che offrono prestazioni sensibilmente superiori. E proprio su questo tipo di reti Ericsson ha mostrato, per esempio, come sia possibile più che triplicare il numero di flussi video in alta risoluzione trasmissibili in contemporanea rispetto a una Hspa di ultima generazione (a 84 Mbps come quella mostrata durante al Mobile World Congress 2010 di Barcellona).

Se questo può apparire come un esercizio tecnologico per saggiare le doti delle Lte, non lo è, per esempio, un'alta applicazione che consente di georeferenziare le scene dei film. Vale a dire che mentre si guarda una scena ambientata in una certa città, è possibile accedere in tempo reale alle informazioni turistiche on-line e visualizzare sulla mappa di Google dove si sono stati girati altri passaggi.

È un esempio di ciò che si può fare con la Iptv, cioè la televisione trasmessa sfruttando Internet e già qualcuno sta pensando di eseguire la georeferenziazione di diversi titoli. Ma sul Track è stato possibile vedere come la banda larga possa essere utile per chi ha bisogno di costanti controlli di salute. Gli strumenti ci sono già tutti: un rilevatore di pressione e battito cardiaco, un pc e una infrastruttura che sfrutti e-mail e il Web per mettere in comunicazione medico e paziente.

Le reti cellulari a banda larga, in questo caso, permettono di essere monitorati ovunque ci si trovi, ottenendo assistenza in caso di bisogno. E poi ci sono loro: i social network, "reinventati" come aggregatori di informazioni per unificare tutti i contatti in un'unico pannello. L'obiettivo è di utilizzare il pc come server su cui configurare i servizi di condivisione e comunicazione tra gli utenti; poi con il cellulare si caricano i contenuti in tempo reale.

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Esempi, certo, ma che mostrano come Ericsson stia cercando un approccio simbiotico tra vari tipi di architetture all'insegna del motto "enter, explore, evolve" (entra, esplora, evolvi). L'azienda, che opera in 175 Paesi al mondo, prevede che entro il 2020 si conteranno 50 miliardi di dispositivi connessi al Web con inevitabili conseguenze. Come ad esempio l'oltre miliardo di utenti nuovi che si collegheranno dalle aree asiatiche, che avrà l'effetto di diminuire il costo della connessione rendendola così disponibile anche alle classi sociali con ridotta capacità di spesa.

Un'espansione che metterà in essere una serie di problemi: uno su tutti la sostenibilità ambientale, con Ericsson impegnata nel migliorare l'efficienza energetica ricorrendo a fonti energetiche alternative per alimentare le infrastrutture. Così l'azienda descrive un futuro in cui la collaborazione sarà ai massimi livelli, cioè enti operanti in segmenti diversi si consorzieranno per promuovere architetture innovative; il mondo delle applicazioni per la mobility, invece, vedrà il nascere di piattaforme di interoperabilità. Non più quindi ambienti chiusi, bensì strutture aperte in cui l'intrattenimento e la produttività inviteranno a rendere ubiqua la banda larga, sia essa terrestre o wireless.

Ci sono ancora diverse aspetti da migliorare. Per esempio, i gestori delle reti del domani (ma bisogna lavorarci già oggi) devono prevedere tariffe per il traffico dati in roaming più competitive, possibilmente ideando pacchetti di servizi prepagati. Come nel caso di Kindle: si paga un quota ma si possono scaricare libri ovunque ci si trovi. In ultima analisi, l'obiettivo dovrebbe essere stendere una rete disponibile sempre e ovunque, a velocità elevate e a costi contenuti; lo stimolo dovrebbe essere che oggi Internet è strutturale per molti aspetti della nostra vita. La sfida rimane però di capire quanto siano disposti a pagare gli utenti. Perché se è vero che la connettività è dato come una sorta di commodity, è anche vero che gli utenti richiedono funzioni ed esperienze di utilizzo sempre nuove alle quali bisogna adeguare le tecnologie disponibili.

Ericsson dunque si concentra in analisi che ogni anno coinvolgono un campione di oltre 50mila interviste sparse in tutti i continenti. Lo scopo è valutare specifici comportamenti e fenomeni legati a Internet e valutare come cambi lo stile di vita in virtù della diffusione del Web. Il quale ha impatti inevitabili sulla quotidianità, dato che se nel 2002 era poco più del 30% degli intervistati a usare ogni giorno la Grande Rete, nel 2009 la quota ha sfiorato l'80 per cento.

Le esigenze sono differenti: private e per scopi lavorativi, per lo svago e lo shopping, l'on-line banking e il social netwoking, la pubblicazione e la comunicazione. Tanto è vitale la necessità di un collegamento a Internet che la diffusione di accessi è cresciuta a un ritmo superiore rispetto alla penetrazione di computer.

E così il Web diventa personale; Ericsson descrive un ecosistema nel quale il 65% delle connessioni avviene in mobilità. "Un portatile senza connessione a Internet è solo un pezzo di plastica", è un po' il pensiero riassunto del campione di teenager intervistati dall'azienda svedese.

Peccato che oggi il Web sia "portabile e tascabile", e uno degli strumenti che in prospettiva genererà il maggiore traffico dati sarà il telefonino. Uno scenario che apre alcuni interrogativi, a iniziare dalla congestione delle reti cellulari che con la diffusione delle Internet Key sta facendo sentire le sue prime conseguenze. Troppe connessioni simultanee, poca banda disponibile, traffico intenso: servizi non all'altezza delle aspettative. Ma si tratta di una situazione congiunturale, spiega il portavoce di Ericsson, conseguenza di un'esplosione inattesa del settore; una situazione che aiuta i gestori a prendere le misure e a evitare che ciò possa verificarsi di nuovo nel prossimo futuro.

A mitigare la situazione ci pensa la ricerca condotta dalla società : il 30 per cento degli utenti non conosce la reale velocità a cui si connette al Web, tuttavia quando sperimentano le reti broadband difficilmente poi tornano indietro. Non possono rinunciare alla maggiore velocità per accedere a community e social network preferiti, per visualizzare i contenuti audio/video e Tv, per tenersi aggiornati, per leggere i giornali e per giocare. Incredibile come le statistiche mettano in fondo alla classifica delle più apprezzate le applicazioni come il file sharing, l'acquisto di musica, l'ascolto dei podcast e l'aggiornamento dei blog.

È' tutta una questione di cultura e di modi d'essere, di moda e di conoscenza, di necessità e di soluzioni disponibili. Per Ericsson proprio questi comportamenti sempre più legati alla vita on-line non fanno altro che lastricare la strada che porta alle reti 4G, cioè alle Lte, vero fulcro dell'innovazione ormai alle porte.

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