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RIFIUTI sottovuoto

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Questo articolo è stato pubblicato il 03 giugno 2010 alle ore 08:16.

Alberto Beretta È AD DI OPPENT, LA SOCIETÁ CHE HA LANCIATO IN ITALIA L'AUTOMATIC WASTE SYSTEM Niente cassonetti, niente camion dei rifiuti. E niente monnezza per le strade. Com'è possibile? A Stoccolma e a Barcellona hanno già scoperto il trucco, ora la tecnologia Automatic waste system potrebbe arrivare anche da noi, attraverso i fratelli Beretta e la loro Oppent, leader in Italia della movimentazione automatizzata.
Il sistema è relativamente semplice e assomiglia a quello della vecchia posta pneumatica: la spazzatura viene risucchiata a 70 chilometri all'ora attraverso tubazioni metalliche sottovuoto, convogliata nei centri di raccolta, compressa e inscatolata in container, pronti per il trasporto al trattamento finale. Può essere applicato a un palazzo solo, a un quartiere o a una città intera. In Italia il primo centro residenziale che si doterà della tecnologia Oppent è l'Eurosky Tower, il più alto grattacielo di Roma in costruzione all'interno dell'Europarco, ideato da Franco Purini come un modello di efficienza energetica.
Ma c'è una settantina di progetti residenziali dove si sta prendendo in considerazione questa tecnologia, da Porta Nuova e City Life a Milano all'Umberto I di Mestre, passando da Bagnoli Futura a Napoli. «Per gli insediamenti nuovi, la realizzazione è più semplice, le stazioni di partenza si inseriscono direttamente nel corpo dell'edificio, così i rifiuti non escono mai all'aperto», spiega Alberto Beretta, amministratore delegato di Oppent. Così il sistema è nato, quarant'anni fa in Svezia, dove fu applicato per la prima volta ai quartieri popolari costruiti alla periferia di Stoccolma. Così viene sviluppato oggi in Corea del Sud, dove una legge impone ai costruttori di prevedere un impianto di raccolta automatizzata per ogni nuovo edificio residenziale.
Ma lo stesso sistema può essere applicato anche a insediamenti già esistenti o addirittura antichi, come si sta facendo a Barcellona, dove si costruisce un impianto all'anno, con l'obiettivo di coprire tutta la città. In Italia c'è il caso del comune piemontese di Venaria Reale, poco più di diecimila abitanti e oltre un milione di visitatori all'anno, attirati soprattutto dalla Reggia Sabauda: qui è in corso una gara per automatizzare completamente la raccolta rifiuti. «In questo caso – continua Beretta – le stazioni di partenza dovranno essere ubicate a livello stradale, ma funzioneranno nello stesso modo: i sacchetti cadono per gravità e si depositano sulle valvole alla base, dove comincia il tubo di trasporto pneumatico. Arrivate a un certo livello di riempimento, le valvole si aprono e i tubi aspirano i rifiuti fino alla centrale di raccolta, lì c'è una macchina che espelle l'aria, la filtra e la fa uscire pulita. Poi i rifiuti vengono compattati automaticamente e inseriti nel container fino a quando è saturo».

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Tags Correlati: Alberto Beretta | Barcellona | Europarco | Franco Purini | Oppent | Svezia | Tecnologie | Venaria

 

Per un comune come Venaria Reale bastano due centrali di raccolta, che di solito si cerca di collocare fuori dal centro urbano, per evitare il passaggio dei camion. «In ogni caso – precisa Beretta – si tratta di normali camion portacontainer, non di camion della spazzatura, che sono molto più pesanti e rumorosi, e ne bastano pochi perché la spazzatura è già stata raccolta e compressa».
I vantaggi sono evidenti. Da un lato spariscono i cassonetti, dall'altro i camion. Drastica riduzione delle emissioni per i trasporti, quindi, e anche dell'inquinamento acustico. Miglioramento del decoro urbano, anche nel caso della raccolta porta a porta, che spesso significa montagne d'immondizie per strada nelle ore notturne. E incentivazione della raccolta differenziata. «Dalle indagini svolte a livello internazionale si evince che un sistema automatizzato spinge gli utenti a un maggiore rispetto delle regole, se non altro perché hanno l'impressione di un maggiore controllo», fa notare Beretta. Elena Comelli
elenacomelli.nova100.il
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