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Questo articolo è stato pubblicato il 04 giugno 2010 alle ore 08:37.
NEW YORK - Fin da prima del suo lancio il settore dell'editoria ha riposto nell'iPad molte delle sue speranze di ripresa, e alla luce dei fatti sembra che la scommessa sia azzeccata. Le aziende sono per ora disposte a pagare per inserzioni pubblicitarie su giornali e riviste scaricabili su iPad fino a cinque volte l'ammontare speso per apparire sui tradizionali siti Internet.
Questo non significa che il tablet di Apple sia già il salvatore dell'editoria. Le inserzioni online rappresentano ancora una piccola frazione degli introiti da pubblicità per i giornali, ma è comunque positivo che l'iPad dimostri di essere in grado di produrre redditi per il settore. Questo potrebbe inoltre essere una svolta che darà più potere alle pubblicazioni.
«Penso che ridefinirà l'editoria e anche il modo in cui gli inserzionisti si connettono al nostro pubblico», ha detto Lou Cona, vice direttore generale esecutivo di Conde Nast Media Group, che pubblica riviste come Vogue, GQ e Wired.
La sfida non sarà facile. Le applicazioni dovranno essere in grado di offrire contenuti di qualità ai lettori, specialmente se vorranno continuare a chiedere il pagamento di un abbonamento. Le notizie gratuite, anche sull'iPad, sono infatti rapidamente a disposizione con il browser Internet. Inoltre, gli iPad dovranno arrivare nelle mani di molti più lettori, ma senza diventare talmente popolari da non essere più un incentivo al pagamento di un premio per gli inserzionisti.
R.E.
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