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Tecnologie Computing

Per Steve Jobs cambiare idea è necessario

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Questo articolo è stato pubblicato il 07 giugno 2010 alle ore 15:42.

Steve Jobs è geniale nel tirare acqua al suo mulino; pochi hanno dubbi sulla sua capacità di incensare qualsiasi nuovo prodotto presenti. A parole riesce a convincere, con i fatti la sua azienda (Apple) provvede a sviluppare prodotti con un'elevata qualità e con un appeal difficile da replicare. Un mix quasi perfetto tra tecnologia e design che ha fatto la fortuna di tutti i device che sul dorso riportano la Mela Morsicata. Eppure non mancano gli errori. Per esempio, la società di Cupertino aveva sottovalutato il potenziale evolutivo di Internet, salvo poi correre ai ripari con la serie di iMac con modem integrato, anticipando tutti gli altri pc.


Oppure, con il Mac Cube ha provato a compattare oltremodo le dimensioni del computer da scrivania, riducendolo a un cubo che però soffriva di un'eccessiva produzione di calore. Anche in questo caso ha anticipato una tendenza, considerando che la riduzione dell'ingombro del pc è una delle moderne leggi fondamentali del mercato informatico.

Mancava la tecnologia, a volte si paga un eccesso di innovazione, ma che avrebbe detto il Jobs della Apple di oggi commentando le dichiarazioni spesso tranchant rilasciate dallo Steve degli anni passati? Nel 2003, pur di sostenere il suo iPod, che a quel tempo vendeva 700mila unità e si apprestava a raggiungere quota un milione, il Ceo della società di Cupertino aveva sparato a zero su smartphone e tablet. "Abbiamo preferito costruire un iPod invece di un Pda" tuonava in varie interviste, commentate al tempo dai principali siti dedicati al mondo Mac. Walt Mossberg, l'intervistatore, gli chiede se non sia il caso di concentrare gli sforzi su tablet, palmari e dispositivi mobili; lui, perentorio, dice: "Non abbiamo piani di realizzare un tablet". Anzi, rincara la dose sostenendo che non c'era alcuna intenzione di cimentarsi nel mondo della telefonia mobile perché per tenere a portata di mano le informazioni personali bastava, a detta di Jobs, un iPod.

I tablet, diceva sempre il Ceo, "attirano i ragazzi ricchi che hanno già diversi altri pc. E poi accusano noi di essere un mercato di nicchia". Per non parlare della frase "guardiamo ai tablet e pensiamo che siano in procinto di fallire"; i motivi? "Le persone vogliono una tastiera" e, parlando degli iPod, sostiene che non è "convinto che le persone vogliano guardare film su schermi piccoli". Nel 2008, Jobs avrebbe detto che "non importa quanto sia fatto bene o male il Kindle, il fatto è che la gente non ama leggere". Frasi che possono trarre in inganno: oggi tutto è diverso, Apple ha confermato che i tablet sono un prodotto maturo (anche per merito degli smartphone), che possono avere prezzi competitivi e che le persone amano leggere.

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Tags Correlati: Hardware | Steve Jobs | Walt Mossberg

 

Dunque, quella di Steve Jobs non è una capriola su se stesso bensì un'analisi della situazione in cui si trova; in effetti, nel 2003 i tablet davanti un futuro ben poco promettente e la tecnologia a disposizione era meno raffinata di quella odierna. Gli smartphone erano ancora in fase di maturazione. Apple ha mostrato negli anni una importante capacità: interpretare e fare fruttare più di ogni altra azienda le tendenze del mercato strutturando un marketing forte. Ecco perché nel 2003 Jobs non vedeva possibilità ai tablet mentre oggi c'è l'iPad. E' solo cambiato il contesto di mercato e con esso le opportunità di guadagno di Apple.

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