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Tecnologie Media

Google lancia l'edicola digitale

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Questo articolo è stato pubblicato il 19 giugno 2010 alle ore 10:18.

Google prepara un'edicola digitale: entro l'anno lancerà su internet un sistema integrato per cercare articoli online e pagarli, in collaborazione con gli editori. Per chi naviga su internet significa che troverà come sempre gli articoli gratuiti dei giornali e, inoltre, potrà scegliere in un vasto catalogo di notizie accessibili solo dopo l'acquisto sul web. All'edicola digitale sarà affiancato, inoltre, un "borsellino elettronico": gli utenti potranno registrarsi e pagare. Da tempo Google ha in cantiere un progetto per l'informazione online, ma sembra che adesso sia in fase di sperimentazione con i giornali. Il nome dell'iniziativa è Newspass: i lettori avranno a disposizione un spazio unico per trovare gli articoli e, se sono a pagamento, valutarne l'acquisto. Come se avessero davanti una vera e propria edicola. Google in una nota ha affermato che «non preannuncia prodotti e non ha niente da comunicare in questa occasione». La Federazione italiana editori giornali (Fieg) non ha rilasciato commenti sul progetto Newspass. Di recente l'Antitrust ha chiuso un'istruttoria sulla società di Mountain View.

La trasformazione innescata da internet nell'editoria è profonda. E i riflettori sono puntati su due modelli di offerta dell'informazione, gratuita o a pagamento (per esempio, attraverso abbonamenti o con l'acquisto di singoli articoli). E sul web emergono anche soluzioni ibride. Di recente l'inglese Times ha chiesto ai suoi lettori online di abbonarsi. La prima pagina sul web è accessibile, ma per entrare e guardare gli articoli bisogna registrarsi per un periodo di prova: alla scadenza del tempo prefissato, è necessario abbonarsi. A decidere la svolta è stato Rupert Murdoch, numero uno del colosso News Corp: può contare sul successo di un'altra testata del suo gruppo, il Wall Street Journal, che ha fatto breccia su internet con gli abbonamenti, grazie a un pubblico internazionale. Il quotidiano economico ha scelto un'offerta mista, con accesso libero o a pagamento. L'inglese Financial Times ha puntato su un modello a consumo: gratuiti i primi dieci articoli in un mese, poi è obbigatoria una sottoscrizione. Nel 2009 gli abbonati su internet per la testata economica sono aumentati del 15%. Il Financial Times, poi, scommette sulle sperimentazioni: all'orizzonte ha in programma di vendere l'accesso a singoli articoli pubblicati sul web. Finora un'edicola aperta è stata quella del New York Times, il quotidiano più sfogliato online. Ma ha deciso di cambiare rotta. E ha annunciato che da gennaio non sarà più interamente gratuito.

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Tags Correlati: Apple | Boston Consulting Group | Carolyn Reidy | Editions | Federazione italiana editori giornali | Google | Internet | News Corp | Ocse | Rupert Murdoch | Stati Uniti d'America

 

Sul versante opposto avanza il Guardian: il quotidiano inglese resta liberamente accessibile. Valorizza i blog. Ha aperto canali su twitter. E punta in modo deciso sulla collaborazione con il pubblico. Per esempio, ha chiesto aiuto ai navigatori online per rivedere una mole enorme di note spesa dei parlamentari. I lettori hanno analizzato i testi e segnalato ai giornalisti i documenti più interessanti. In questo modo ha ridotto tempi e costi per condurre le inchieste. Il Guardian scommette sull'audience in crescita di internet. L'interesse per l'informazione sul web è in costante aumento. Secondo una ricerca dell'Ocse, in alcune tra le nazioni più sviluppate la metà della popolazione online legge quotidiani, con punte del 70% in Corea del Sud, una nazione da tempo all'avanguardia per capire il rapporto tra le persone e la tecnologia. «La propensione a pagare le notizie online è bassa ma crescente», sottolinea lo studio Ocse. E un'analisi di Boston Consulting Group mostra che su dieci paesi, gli italiani sono tra i più interessati ad acquistare notizie online.

Ma la sfida tra le edicole elettroniche è appena iniziata. Se Google ha in cantiere il progetto Newspass, Apple può contare sulla crescente diffusione di iPad, una porta di accesso al mondo dell'informazione, dove i quotidiani progettano la loro evoluzione digitale attraverso applicazioni software che arricchiscono l'esperienza dei lettori. È una competizione estesa su altri fronti dell'editoria. Di recente Google ha annunciato una libreria sul web, Editions. Secondo le prime indiscrezioni, arriverà su internet entro l'estate: i suoi scaffali conterranno titoli gratuiti e a pagamento. È una risposta al negozio di libri lanciato da Apple, iBookStore, e accessibile attraverso un'applicazione. Carolyn Reidy, amministratore delegato di Simon&Schuster, osserva su Techcrunch che l'ipad «ha trasformato l'industria editoriale perché è il primo ereader che permette di unire testi e video». L'evoluzione è in corso. E la sfida tra Google e Apple accelera i cambiamenti.

I principali giornali
CHI FA PAGARE LE NOTIZIE
1 milione
Gli abbonati del Wsj
Il Wall Street Journal ha scelto la strada delle news a pagamento, ma non sembra aver subito particolari ripercussioni: gli abbonati, infatti, sono uguali a quelli rimasti fedeli all'edizione cartacea

+15%
L'incremento del Ft.com
Il Financial Times, quotidiano finanziario inglese, vanta 126mila abbonati all'edizione online del giornale. Una cifra molto inferiore rispetto al Wsj, ma in crescita del 15% nel corso del 2009

CHI È ANCORA GRATUITO
17,9 milioni
Utenti unici del Nyt
Il New York Times è uno dei quotidiani più visti al mondo nella versione online, con quasi 18 milioni di utenti unici mensili solo negli Stati Uniti. A gennaio, però, lancerà la versione a pagamento

4,2 milioni
Il Guardian nel mondo
Distante dal "rivale" della grande mela, ma tra i primi quotidiani online al mondo, l'inglese Guardia vanta 4,2 milioni di visitatori al mese. Per ora la scelta è di restare gratuito

La sfida di Mountain View
Il progetto di Google partirà entro l'anno e si chiamerà Newspass. Alcuni continueranno ad essere gratuiti, come oggi, altri potranno essere acquistati dagli utenti con l'utilizzo di una sorta di "borsellino elettronico"

Accordo con gli editori
Google ragionava da tempo sul business delle news online, ma lo scoglio era un accordo con gli editori, che spesso lamentavano il "saccheggio" degli articoli delle proprie testate. Ora un'intesa sarebbe stata raggiunta

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