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Questo articolo è stato pubblicato il 30 giugno 2010 alle ore 16:41.
«L'estensione della calotta di ghiaccio galleggiante che copre l'Oceano artico ha raggiunto un nuovo minimo storico». Il professor Johnny Johannessen, vice direttore del Nansen Environmental and Remote Sensing Center (Nersc) di Bergen, Norvegia, ha appena raccolto gli ultimi dati, tra quelli che vengono quotidianamente inviati attraverso i satelliti al centro norvegese e conferma la notizia seguendo la curva rossa dei dati 2010. Ma così poco ghiaccio all'inizio dell'estate e così la curva che misura la media è scesa al di sotto di quella record del 2007. Se il trend dovesse continuare anche nei prossimi 90 giorni, il 2010 potrebbe portare a ridurre la superficie solida nell'Artico fino alla soglia critica dei 5milioni di kmq.
Il respiro del Nord
Mentre al sud del mondo il ghiaccio poggia sulla roccia del continente antartico, nel nord del pianeta la massa di ghiaccio galleggia sull'oceano stretto tra il continente eurasiatico e quello americano. E' il prodotto di un ciclo termico che tra la seconda metà di settembre e il mese di aprile trasforma l'acqua in ghiaccio e costruisce giorno dopo giorno sul ghiaccio preesistente rendendolo più duro e stabile (multi-year ice). Condizionato dalla temperatura dell'aria, ma in maniera significativa anche dalle correnti oceaniche che risalgono dall'Atlantico e dal ciclo dei venti, il ghiaccio artico è diventato negli ultimi trent'anni un parametro di riferimento nell'ambito degli studi sul cambiamento climatico.
Lo sguardo dallo spazio
Impossibile da misurare nel suo insieme fino all'introduzione dell'osservazione satellitare, dal 1978 la calotta polare è stata messa sotto stretta osservazione dai satelliti ottici degli Stati Uniti e da quelli russi. La navigazione estiva lungo le rotte polari e l‘accesso alle risorse minerarie nascoste nelle profondità marine sono state le prime motivazioni di questa dispendiosa e complessa ricerca. Poi, con il lancio delle più recenti famiglie di satelliti scientifici per l'osservazione della Terra cui l'Europa partecipa anche con il nuovissimo Cryosat, su è aperta una fase di osservazione scientifica che è stata spesso al centro delle polemiche.
Lo spessore della torta
L'estensione della superficie complessiva è infatti uno dei fattori più spettacolari e intuitivi dei cambiamenti in corso nel nord del mondo, ma l'assenza di serie storiche di lungo periodo non consentono valutazioni conclusive quando si ragiona in termini di secoli. D'altra parte l'evoluzione tecnologica e la diffusione dei satelliti radar ha portato all'attenzione il tema dello spessore del ghiaccio che è l'altro grande parametro di questo esercizio. Il ghiaccio marino viene costruito rapidamente nella notte artica e altrettanti si scioglie. Se il bilancio del ciclo annuale è attivo la calotta produce il cosiddetto ghiaccio pluriennale, che sopravvive cioè all'estate e genera la base cui si salda la produzione della stagione successiva.