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Tecnologie Cellulari

«Troppi smartphone, rete a rischio»

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Questo articolo è stato pubblicato il 07 luglio 2010 alle ore 08:35.

Liberare le frequenze prima di dover gridare all'emergenza. È il primo avvertimento lanciato dal presidente dell'Authority per le comunicazioni Corrado Calabrò sul rischio di congestionamento della rete di telefonia mobile, sovraccaricata dal boom degli smartphone e delle chiavette. La diffusione rapidissima dei telefoni con i quali ci si collega a internet, si inviano e-mail e si scaricano allegati potrebbe in futuro mettere alla prova la tenuta dell'infrastruttura cellulare, spiega il garante nella relazione annuale letta in Parlamento. Si scatenano subito i distinguo, con Telecom Italia che getta acqua sul fuoco spiegando che di rischi per ora non ce ne sono.

In realtà la segnalazione di Calabrò sembra avere soprattutto un obiettivo: sollecitare chi di competenza a liberare le nuove frequenze per la banda larga mobile con le quali ogni discussione sul rischio collasso terminerebbe all'istante. Calabrò si lancia oltre gli ostacoli e dice che l'Autorità conta «di rendere disponibili circa 300 megahertz da mettere all'asta per la larga banda», risorse di spettro che derivano in parte dalla tv e in parte da vecchi usi militari. Mancano però diversi passaggi. Innanzitutto il ministero della Difesa dovrà liberare la fetta di megahertz che ancora è sotto il suo controllo e che al momento non sembra essere intenzionato a mollare. Poi bisognerà definire le regole per distribuire questo prezioso tesoretto digitale, probabilmente attraverso un'asta con la quale lo Stato difficilmente rivivrebbe i fasti della gara per l'Umts ma potrebbe comunque portare a casa un buon incasso.

C'è il precedente interessante della Germania che ha concluso la gara per la banda larga ultraveloce con 4 miliardi e mezzo di euro. Con le debite proporzioni in termini di popolazione, fanno notare dall'Autorità, l'Italia potrebbe teoricamente arrivare a quasi 3 miliardi. I gestori mobili, che lanciano a getto continuo nuove applicazioni, potrebbero in questo modo dare più ossigeno alle reti attuali e mettere magari in commercio servizi della cosiddetta quarta generazione di cellulari (Lte). Il segretario generale dell'Autorità, Roberto Viola, guida il gruppo europeo sul radiospettro che ha avanzato al commissario europeo alle Tlc Neliee Kroes la proposta di fissare una data obbligatoria in tutta Europa, al più tardi il primo gennaio 2015, per liberare le frequenze mobili. In Italia, poi, si valutano anche altre soluzioni, compresa quella degli incentivi alle tv locali che libereranno le frequenze digitali inutilizzate.

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Tags Correlati: Agcom | Between | Confindustria | Corrado Calabrò | Cristoforo Morandini | Franco Bernabè | Italia | Paolo Bertoluzzo | Roberto Viola | Telecom | Telecomunicazioni | Tlc | Vodafone

 

La sensazione è che, sottolineando i rischi del sovraffollamento da smartphone, l'Authority per le comunicazioni voglia soprattutto accelerare il percorso. Anche per questo forse l'amministratore delegato di Telecom Italia Franco Bernabè ridimensiona subito le preoccupazioni sulla rete sottolineando che in Italia non esiste il rischio di un collasso della rete mobile. Bernabè ricorda che semmai il problema è il cosiddetto backhauling, ovvero il collegamento su rete fissa tra due stazioni radio base che poi trasmettono o ricevono i dati dal telefonino. «Noi e gli altri operatori – ha detto al termine della relazione – stiamo facendo grossi investimenti per connettere in fibra ottica le stazioni radio base per aumentarne la potenza. È la risposta a queste preoccupazioni e va nella giusta direzione». È però meno tranquillizzante il messaggio dell'amministratore delegato di Vodafone Paolo Bertoluzzo che non nasconde potenziali rischi dovuti alla crescita inarrestabile del traffico trainato dall'aumento delle tariffe flat (a pagamento fisso, sganciato dall'effettivo consumo). L'Authority è sulla stessa linea e ricorda come alla fine dell'anno scorso problemi seri si siano già verificati negli Stati Uniti e a Londra, con tanto di scuse dell'operatore britannico O2. Anche gli esperti di banda larga invitano quantomeno a monitorare il tutto con molta attenzione. Cristoforo Morandini, analista della società specializzata Between, calcola che su rete mobile la velocità media di downloading è inferiore ai 2 megabit al secondo, ben al di sotto di tante offerte che promettono 7 mega. Quanto al consumo, i dati sono impressionanti: 100-200 megabyte/mese per gli smartphone tradizionali, che salgono a oltre 300-500 mb per gli iPhone e 1-2 gigabyte per le chiavette.

Il tema smartphone ha dominato la relazione di Calabrò, in cui però non è mancato un nuovo richiamo per la realizzazione di una rete a banda larga di nuova generazione. Calabrò propone un'Agenda digitale, apprezzata da Confindustria, in cui il pubblico faccia la sua parte ma chiede poi più concretezza agli operatori. Telecom dovrebbe essere forse più audace nei suoi piani, visti gli obiettivi fissati dall'Europa per la banda larga. Gli operatori alternativi, dice poi il garante, hanno un piano ancora subordinato a troppe condizioni, prima fra tutte quella del finanziamento.

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