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Climagate, scienziati scagionati. Dati veri sul global warming

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Questo articolo è stato pubblicato il 08 luglio 2010 alle ore 09:38.

Segretezza e sospetto, ma nessuna volontà dolosa. Il "climagate" si sgonfia, o meglio si ridimensiona entro i limiti di un'innocente riservatezza accademica. Dopo mesi di approfondita inchiesta gli scienziati del l'Università di East Anglia, celebrati specialisti delle variazioni climatiche, sono stati "assolti" dal panel guidato da sir Muir Russell, responsabile dell'Independent climate change review, organo nominato per chiarire un giallo: il mistero delle migliaia di e-mail che erano state cancellate dal server dell'università.

Posta eliminata per errore, disattenzione, o per la deliberata volontà di nascondere dati che avrebbero potuto confutare le ipotesi meno catastrofiste alla vigilia della conferenza sul clima di Copenhagen tenutasi nel dicembre dell'anno scorso?

Gli investigatori di sir Muir sono arrivati alla conclusione che le mail cestinate non nascondevano dati particolari. «Riteniamo - ha sancito il panel - che il rigore e l'onestà degli scienziati siano fuori discussione. Il loro comportamento non ha assolutamente cambiato le valutazioni che hanno poi passato al mondo della politica. In altre parole non c'è la minima prova che abbiano cercato di pilotare o compromettere le conclusioni destinate all'Ipcc (International panel of climate change)».

Una delle accuse più gravi, diretta contro il professor Phil Jones, era il presunto tentativo di truccare i dati per dare la sensazione di un riscaldamento globale in realtà inesistente. Al centro dell'accusa c'era una mail in cui il professor Jones parlava di «trappola» e di «temperature» in modo equivoco.

La questione era legata ai segni circolari nei tronchi degli alberi e aveva dato particolare conforto agli scettici, sempre più convinti che il riscaldamento globale sia, da sempre, un'invenzione del coté accademico dominante. Nulla di più falso. «Non c'è stata alcuna manipolazione - ha concluso sir Muir Russell - sugli esami agli alberi. Gli scienziati non hanno nascosto dati. Qualsiasi ricercatore è in grado di trovare le valutazioni corrette, se vuole».

In altre parole, quindi, nessun complotto, nessuna trama misteriosa, nessun giallo. Ma qualche colpa i docenti dell'Università di East Anglia ce l'hanno. «Sono stati incapaci di rispondere alle esigenze della pubblica opinione», ha concluso l'indagine. Non solo. Sir Muir ha incoraggiato gli scienziati a cambiare. «Devono imparare a comunicare in modo che i cittadini possano informarsi e partecipare al dibattito comprendendo quanto sta accadendo».

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Tags Correlati: East Anglia | Independent | Phil Jones | Russell Muir | Tecnologie

 

Solo così, secondo la commissione d'inchiesta, l'Università di East Anglia - ma il concetto può essere esteso a qualsiasi istituto scientifico - potrà «preservare la propria credibilità». E scampare dalle accuse di chi non crede che il cambiamento climatico e il riscaldamento globale siano fenomeni autentici.

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