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Questo articolo è stato pubblicato il 13 luglio 2010 alle ore 12:16.
Il problema dell'antenna del nuovo smartphone di Apple è sicuramente la priorità ma ci sono altre questioni, anche di natura strettamente economica, che potrebbero preoccupare presto i carrier telefonici. In attesa dei risultati dal campo, una cosa è oggi certa: la società della Mela ed At&T sono loro malgrado i protagonisti di una doppia "class action", di due azioni legali collettive mosse nei loro confronti (l'ultima depositata presso la Corte distrettuale americana del distretto del Maryland) dai clienti sentitesi raggirati sia per i problemi tecnici dell'iPhone 4 che per i vincoli legati al contratto di sottoscrizione obbligatorio da stipulare con l'operatore.
La spina che tanto ha fatto arrabbiare gli utenti e Steve Jobs è quindi sempre di attualità e, pare, stia condizionando l'operazione di lancio dell'ultima creatura di Apple in Italia. Stando alle ultime indiscrezioni, Tim dovrebbe rispettare i tempi e rendere disponibile nei suoi negozi il telefonino di quarta generazione tra il 28 e il 29 di luglio. Non è ancora confermato ufficialmente il debutto del melafonino con 3 Italia, che a metà giugno ne aveva annunciato la prossima commercializzazione (senza specificare però alcuna data) mentre in casa Vodafone il difetto di ricezione di cui sopra pare abbia consigliato di prendere un po' di tempo, ritardando il previsto lancio. Se, come si è letto sul blog specializzato AppleCare, nemmeno il prossimo aggiornamento software risolverà i problemi di antenna (l'upgrade si limiterà a visualizzare in modo differente l'intensità del segnale ricevuto dal cellulare ma non a ovviare all'interferenza che si verifica toccando la cornice metallica dello smartphone nell'angolo in basso a sinistra) potremmo avere qualche sorpresa imprevista proprio nell'imminenza delle vacanze estive.
Se nel quartier generale di Cupertino si sta ovviamente guardando al problema con una certa attenzione dopo i primi tentativi di ridimensionarlo e non si dimentica per vari motivi la questione Flash (la tecnologia di Adobe snobbata da Apple che potrebbe essere oggetto di imposizione da parte della Commissione Europea per favorire l'interoperabilità nel settore dei terminali mobili), anche le telcos non possono dormire sonni del tutto tranquilli. Una recente indagine della società di ricerche danese Strand Consult ha infatti ipotizzato un impatto economico non certo entusiasmante per il nuovo iPhone sui carrier. La ragione? In estrema sintesi questa: troppo alti i costi dei sussidi e troppo ristretto il mercato globale dello smartphone della Mela. Per contro, recita lo studio, ci potrebbero essere buone opportunità di business per gli operatori mobili virtuali, che non vendono cellulari con i sussidi statali e potrebbero entrare in gioco per assicurarsi le utenze degli iPhone di "seconda mano".