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Questo articolo è stato pubblicato il 15 luglio 2010 alle ore 08:13.
MILANO - Roberto Maroni – se fossimo su Facebook – ha stretto amicizia con Sean O'Neil. Pur senza conoscersi, hanno qualcosa in comune: infrangere la barriera crittografica delle comunicazioni su Internet. Il ministro dell'Interno, conscio del ruolo che certi sistemi tecnologici giocano a favore del crimine organizzato e del terrorismo, è pronto a coinvolgere già oggi i suoi omologhi europei per impedire il proliferare di soluzioni cifrate e il loro indisturbato utilizzo da parte di chi cerca di ostacolare le indagini sfruttando il vantaggio di non poter essere "ascoltati".
Vento a favore, quindi, nelle vele delle intercettazioni: mentre si discute – dentro e fuori il Parlamento – dell'inossidabile questione della riservatezza delle comunicazioni, uno dei baluardi della privacy a tutti i costi rischia di vacillare a tutto vantaggio delle investigazioni più impegnative.
La piattaforma di servizi telefonici Skype, il gioiello tra le soluzioni di Voice-over-Internet-Protocol, che nel giro di pochi anni ha mietuto successi per la sostanziale economicità e l'imperforabile livello di sicurezza, sarebbe finita nel mirino di un gruppo di "code breakers" (ossia di specialisti nell'infrazione di codici segreti) e il risultato delle loro attività di ricerca avrebbe evidenziato falle compromettenti l'effettiva riservatezza degli utilizzatori.
Il manipolo di super-tecnici guidati da Sean O'Neil ha dichiarato di aver "smontato" l'implementazione dell'algoritmo di cifratura RC4, uno degli strumenti di sicurezza adoperati da Skype: si sarebbe trattato di una sofisticatissima operazione di "reverse engineering", che ha permesso ai ricercatori – procedendo a ritroso – di partire dal prodotto finale per giungere alla formulazione originaria del software e quindi alla rivelazione di ogni segreto costruttivo.
La tecnologia crittografica in questione è quella che blinda il flusso di comunicazione che congiunge gli utenti ai server di Skype e che limita l'utilizzo della piattaforma ai soli soggetti abilitati ad avvalersi dei servizi offerti.
La notizia ha richiamato l'attenzione anche dei meno esperti e ha innescato un duello tra la cordata di imprenditori che nemmeno un anno fa ha comprato la maggioranza del pacchetto azionario da eBay e gli irrequieti personaggi che sventolano il loro vessillo come un alpinista sulle vette himalayane.