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Questo articolo è stato pubblicato il 19 luglio 2010 alle ore 17:11.
Una spesa da 1,2 miliardi di dollari. Tanto è la cifra che Nokia Siemens Networks, seconda azienda al mondo nel settore degli apparati e delle infrastrutture di rete, pagherà per acquisire la divisione di Motorola che produce e commercializza soluzioni e dispositivi wireless. L'obiettivo della joint venture paritetica è proprio quello di trovare gli asset per meglio competere in Nord America e su scala mondiale con le varie Ericsson, Alcatel Lucent e le sempre più agguerrite aziende cinesi, in primis Huawei e Zte. Quando l'acquisizione sarà completata entro la fine del 2010, circa 7.500 dipendenti della divisione reti passeranno in Nokia Siemens, compresi quelli dei centri di sviluppo operativi negli Usa e in Cina e India. Una strategia di crescita per acquisizione in piena regola dunque, che porterà nell'immediato a Nokia Siemens Network il titolo di terzo vendor di apparati wireless negli Stati Uniti e quello di primo fornitore straniero in Giappone.
Negli intenti dei vertici della società c'è ovviamente anche quello di rinforzare, con una disponibilità tecnologica e di offerta ben più consistente rispetto al passato, il sodalizio con operatori mobili del calibro di China Mobile, Clearwire, KDDI, Sprint, Verizon Wireless e Vodafone. Trovando nel contempo gli argomenti giusti - e il menu che può portare in dote Motorola spazia dalle reti Gsm a quelle Lte di quarta generazione, dal WiMax (dove l'azienda americana è fra i primi vendor al mondo) allo standard 3G Wcdma - per attrarre dalla propria parte altri carrier.
Nello "statement" ufficiale che ha accompagnato l'annuncio dell'operazione, Bosco Novak, il capo delle customer operations di Nokia Siemens Networks, ha anticipato a grandi linee quali saranno i primi passi concreti post acquisizione. "Utilizzeremo in modo congiunto le nostre soluzioni Td-Lte e quelle WiMax ed Lte di Motorola per incontrare meglio le esigenze di business e tecnologiche dei nostri clienti". Dichiarazione di circostanza che lascia trasparire come, almeno inizialmente, non saranno fatte drastiche scelte di campo volte a privilegiare una tecnologia di rete piuttosto che un'altra. Presenza a tutto campo quindi, e casomai c'è da chiedersi come Nokia Siemens Networks riuscirà a gestire il peso di una nuova acquisizione – la scorsa estate fu la volta delle divisione wireless di Nortel, per cui furono investiti 650 milioni di dollari – senza aggravare il bilancio e ricorrere alla forbice per tagliare costi e personale. E in casa Motorola? Il co-Ceo Greg Brown ha parlato di un deal che "ci permetterà di affinare la nostra focalizzazione sulle soluzioni destinate al governo americano, alla sanità pubblica e alle grandi imprese". Per l'azienda americana, in predicato da tempo di separare in due distinte compagnie il business delle reti e quello dei cellulari, il fatto di passare nelle mani di una ex rivale è una sorta di destino segnato. O per altri versi il passaggio obbligato per tornare alla profittabilità.