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Questo articolo è stato pubblicato il 22 luglio 2010 alle ore 16:54.
Francesco Lescai, 33 anni, all'Ucl (University College London) è responsabile dell'analisi dati della piattaforma di sequenziamento del genoma umano da gennaio di quest'anno. «La tecnologia per il sequenziamento del Dna – spiega – produce una grandissima mole d'informazioni. Strumenti come questo servono per elaborarle, e renderle disponibili alla fase d'interpretazione».
L'incarico a Londra, per Lescai, è l'ultima tappa di un percorso intenso di ricerca: si è laureato in Biotecnologie mediche a Bologna, dove ha anche svolto il dottorato in Patologia sperimentale. «A Bologna mi occupavo della gestione sperimentale e di analisi dei dati della piattaforma genetica dell'Università e dell'Ospedale». Un sistema, spiega, «in parte simile a quello dell'Ucl ma molto meno potente». L'agenda di Lescai è fitta di impegni, non solo di ricerca pura. È presidente dell'Associazione nazionale biotecnologi italiani ed è membro del consiglio direttivo della Federazione europea biotecnologie. «Questi gruppi – commenta – servono a creare un luogo d'incontro per il dibattito scientifico. In Italia, paese anomalo dove per avere diritti è necessario far parte di un ordine professionale, hanno anche una funzione di rappresentanza della categoria.
Ma soprattutto permettono il dialogo con i cittadini». Per Lescai la ricerca non è un'attività astratta: «Ci deve essere un atteggiamento aperto dei ricercatori al pubblico, non solo perché spesso tocchiamo questioni etiche, ma anche perché chi paga le ricerche ha diritto ai risultati». (le.p.)