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L'ALTRA Locarno

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Questo articolo è stato pubblicato il 29 luglio 2010 alle ore 08:12.

PER IL DIRETTORE ARTISTICO Olivier Père IL RUOLO DELLA RASSEGNA È DI COMMENTARE E SOSTENERE IL CINEMA, NON SOLO ESIBIRLO La prima volta, per Spike Lee in Europa, è stata a Locarno. Lo racconta timidamente nel video del sito internet del Festival di Locarno (dal 4 al 14 agosto) dove spiega «sono contento di aver vinto, ma sarei venuto ugualmente perché è la mia prima vacanza nel Vecchio Continente e il volo è stato gratis...». Anche per Penelope Cruz, è certamente tra le "prime volte al cinema", nella località svizzera. Con i capelli cortissimi e corvini come Marlene Dietrich nel 1956 (a Locarno) Penelope spiega: «È da quando ero piccola che volevo fare questo mestiere. E poi fai un film, e cambia tutto».
Già. Cambia tutto. Tutti ricordano cose pazze, a Locarno. L'Orchestra di piazza Vittorio che fa ballare tutti, in piazza grande. Tim Roth, che, chiamato per il premio impugna la sua piccola macchina fotografica e immortala il pubblico immenso di fronte a sé, stretto stretto e in piedi per assistere al parterre e alle proiezioni della sera.
Perché Locarno, ogni anno, è capace di cambiare la prospettiva. E il 2010 è l'anno in cui sono le donne a rappresentare il cinema giovane. A partire dal Premio Moët & Chandon 2010 che verrà assegnato a Chiara Mastroianni, per arrivare alle opere prime in lizza: quella di Cristina Molino è un esempio per tutti. Il lavoro, dal titolo «Te vas?», di una regista che non è come tutti gli altri registi che sono inavvicinabili e superstar: Cristina Molino, sembra una di noi. Ha un account su Facebook. Un sito internet personale. Una user id su Flikr per le immagini. Una password sulla piattaforma Vimeo online, dove è possibile vedere alcuni dei suoi lavori. E quindi, anche se non è "esattamente" come noi, un po' lo sembra. Il suo "showreel" (il cv in formato video) su internet è popolato di personaggi del contemporaneo. Uomini che si amano tra loro. Lavoratori del terziario in giacca e cravatta. Ragazzi con capelli biondi ossigenati che si amano con ragazze che si fanno la doccia. Cristina Molino lascia anche la sua email a disposizione di chi legge. La sua agenda è piena di canzoni tristi, e c'è da domandarsi se anche questo suo primo cortometraggio, esposto al grande e generoso pubblico di Locarno, verrà celebrato come un vero «Pardo di domani» (il Pardo è il simbolo del Festival di Locarno). Il motivo? Il fatto è che la Molino non solo è una regista, ma insieme a un gruppo di giovani colleghi ha creato la propria casa di produzione, la «ThinkMol». Dove insieme ad artisti e autori si fanno fotografie, pubblicità, e anche film.

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Tags Correlati: Aaron Katz | Chiara Mastroianni | Cristina Molino | Daniele Gaglianone | Doors | Europa | Isild Le Besco | Oleg Novkovic | Tecnologie | The Sims: Vacation | Tim Roth

 

Oltre alla Molino, ovviamente, andare a Locarno quest'anno significa partecipare alla visione di pellicole di registi neofiti: Isild Le Besco, che verrà a presentare il suo terzo lungometraggio «Bas-fonds»; Pia Marais («Im Alter von Ellen», con Jeanne Balibar), Oleg Novkovic («White White World»), Aaron Katz («Cold Weather»), Daniele Gaglianone («Pietro»), Li Hongqi («Winter Vacation», il cui progetto fu presentato l'anno scorso nel laboratorio di coproduzione Open Doors), o Benedek Fliegauf («Womb», con Eva Green), già Pardo d'oro Cineasti del presente nel 2007. Il Concorso internazionale presenterà inoltre alcune opere prime provenienti dalla Romania e dal Belgio. D'ora in poi la selezione internazionale proporrà anche documentari, come quest'anno il monumentale «Karamay» di Xu Xin (Cina).

© RIPRODUZIONE RISERVATA
In gara. La regista Cristina Molino (nella prima foto a sinistra) partecipa al festival di Locarno con un'opera dal titolo «Te vas?»

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