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Questo articolo è stato pubblicato il 18 agosto 2010 alle ore 13:14.
LONDRA - Il whisky, si sa, è il motore dell'economia scozzese. Presto un derivato del prezioso liquido potrebbe entrare nel motore delle auto in Scozia e oltre. Un team di scienziati della Napier University di Edimburgo ha messo a punto un sistema per produrre biocarburante utilizzando gli scarti della produzione di whisky. La distilleria Glenkinchie, di proprietà della Diageo, ha fornito al team la "materia prima": il liquido e la poltiglia che sono i due prodotti di scarto della distillazione del whisky e che sono stati trasformati in biocarburante.
Dopo due anni di esperimenti e ricerche, gli scienziati sono riusciti a produrre butanolo, un biocarburante che ha una rendimento superiore del 30% all'etanolo attualmente utilizzato. Il nuovo biocarburante, che secondo il professore Martin Tangney, leader dei ricercatori "è pressoché equivalente alla benzina" come prestazioni, potrebbe essere in vendita nei distributori entro pochi anni.
L'industria del whisky vale 4 miliardi di sterline all'anno. Il nuovo prodotto ha un potenziale simile, secondo Tangney, dato che può essere utilizzato dalle automobili senza bisogno di adattamenti ed è adatto anche come carburante per aerei. Il butanolo può servire anche come base per prodotti chimici e solventi come l'acetone. Il World Wildlife Fund ha subito espresso sostegno al progetto, dicendo che utilizzare scarti di produzione per produrre biocarburante è di gran lunga preferibile alle coltivazioni ad hoc per produrre etanolo.