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Lo scopritore dei Doors Jac Holzman si schiera con il Web: non è un nemico della musica

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Questo articolo è stato pubblicato il 27 agosto 2010 alle ore 18:31.

C’è chi vede Internet come una grande minaccia per l’arte in quanto creazione più pericolosa dai tempi della bomba atomica – l’affermazione è di John Mellencamp, l’autore di hit anni ’80 come “Jack and Diane” e “Hurts So Good” – e chi condanna il Web perché responsabile di aver distrutto il rock, parole di Stevie Nicks, cantante dei Fleetwood Mac. Voci forti, che suonano come ideale accompagnamento alle ultime esternazioni pubbliche dei vertici della Riaa, la Recording Industry Association of America. La legge americana sul copyright - questa la rinnovata accusa lanciata sul tavolo dai discografici - è così destrutturata che non opera a tutela di chi crea contenuti. Non è possibile insomma, secondo il presidente della Riaa Cary Sherman, controllare e rintracciare tutte le violazioni perpetrate su Internet e per i fornitori di servizi a banda larga e le compagnie Web, il Digital Millennium Copyright Act del 1998 offre la possibilità di chiudere senza problemi un occhio (senza rischiare conseguenze legali) nei confronti di clienti soliti ad attività fuorilegge.

C’è per contro chi è di parere opposto e rivendica il diritto dei consumatori/utenti ad “adattare” la musica secondo i propri personali desideri. Colui che si è espresso in questi termini non è il fondatore di Napster o un fedele adepto dei servizi “peer to peer” per il download illegale di canzoni dalla Rete bensì Jac Holzman, l’uomo che fondò a 19 anni (con 300 dollari in tasca) la Elektra Records, scoprì i Doors e portò con decisione la propria etichetta discografica all’adozione dei compact disc quando ancora il vinile a 45 giri era ai massimi splendori. Niente inutili e catastrofici allarmismi dunque, perché l’industria musicale, secondo Holzman, oggi 79enne, ha un brillante futuro davanti a sé e non è certo la grande Rete a metterne a repentaglio l’esistenza.

L’approccio di colui che, vendendo la compagnia alla Warner Communication ne divenne Chief technology officer, contribuendo in modo decisivo al lancio di vari film e serie tv a firma Warner Bros, è sempre stato proattivo verso le nuove tecnologie. E lo ha più volte ribadito con questo motto: il futuro digitale è un’opportunità da saper cogliere, non una voragine in cui cascare dentro. La capacità di traghettare prima delle altre major la Warner verso il mercato dell’home video e di riconoscere le potenzialità dei programmi in pay per view per le tv via cavo sono state delle felici intuizioni di Holzman ispirate a questa filosofia.

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Tags Correlati: Cary Sherman | Doors | Fleetwood Mac | Internet | Jac Holzman | Jim Morrison | John Mellencamp | Mick Jagger | Napster | Recording Industry Association of America | Rete | Riaa | Rolling Stones | Stevie Nicks | Warner Bros.

 

In campo musicale, l’approccio di Holzman – che ha visto l’ascesa (e la caduta in disgrazia) tanto degli Lp e dei Cd quanto degli Mp3 e di BitTorrent - è sempre stato coerente: le nuove tecnologie, questo il suo pensiero, hanno aiutato molti artisti e molte case discografiche a diventare ricchi. Oggi Internet e il modello di distribuzione digitale della musica va considerato un’opportunità da capitalizzare per le major del disco. Prendiamo Napster: quando molte etichette gioirono per la chiusura del più famoso sito di scambio (illegale) di canzoni in Rete, Holzman sosteneva come in realtà il “peer to peer” potesse essere il canale migliore, anche in ragione di costi sensibilmente limitati, per la promozione e diffusione dei nuovi singoli in uscita. Una canzone gratis per attirare gli appassionati a comprarsi l’intero album: un modello vincente che solo il Web poteva, e può tutt’ora, rendere possibile.

La nuova rivoluzione digitale, la seconda dopo l’avvento del compact disc, non va in definitiva temuta ma cavalcata. Nell’ambito di precise normative e consapevoli del fatto che la musica, se si vuole riprodurla su un proprio apparecchio, va comunque regolarmente pagata. Le major del disco sono quindi avvertite: di Internet non si può fare a meno e il futuro dell’industria musicale passa anche per questo media. Anche perché, ha detto colui che lanciò nel firmamento musicale americano degli anni ’60 un certo Jim Morrison quale icona da contrapporre a Mick Jagger e ai Rolling Stones, non c’è altra scelta.

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