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Questo articolo è stato pubblicato il 10 settembre 2010 alle ore 08:05.
Quando è uscito l'iPad, il gran capo di una delle più importanti internet company del mondo ha chiesto ai suoi dirigenti di provare il nuovo strumento elettronico della Apple e di fargli sapere che cosa ne pensassero. Qualche giorno dopo, con la sicumera tipica degli esperti del settore, i manager hanno elencato tutta una serie di mancanze, di difetti, d'incompatibilità dell'iPad. Il gran capo li ha ascoltati con attenzione, poi ha chiesto ai manager di conoscere anche il giudizio di familiari, coniugi, figli, genitori. La risposta è stata unanime: per loro, per la gente normale, usare la tavoletta è un'esperienza entusiasmante.
C'è quindi da procedere con cautela nel recensire lo sbarco dei quotidiani, delle riviste e della carta stampata su iPad perché l'occhio di chi fa i giornali potrebbe non essere allineato alle esigenze di chi li legge. Sei mesi dopo l'arrivo nei negozi di mezzo mondo della tavoletta magica di Steve Jobs si può però fare una prima rassegna delle scelte compiute dai grandi quotidiani internazionali. La rivoluzione digitale è arrivata, ma non tutti sanno ancora che cosa mettersi. I due grandi giornali d'informazione politica americana, per esempio, sono stranamente rimasti un passo indietro, nonostante per tradizione siano quelli che definiscono le regole del giornalismo contemporaneo. Il Washington Post non ha ancora l'application per iPad. Quella del New York Times offre soltanto una selezione di articoli, «editor's choice», in modo gratuito, ma con una struttura molto diversa da quella del giornale cartaceo.
I modelli di trasposizione su iPad dei contenuti giornalistici di carta sono sotanzialmente due, uno più innovativo, addirittura rivoluzionario, e un altro meno radicale, più semplice, a minore tasso tecnologico. In Italia si è scelto di percorrere la via della mera pubblicazione delle pagine pdf del giornale cartaceo, arricchite con qualche contenuto multimediale (video, gallerie fotografiche, link ai blog e al sito web).
L'idea alla base di questa scelta minimale è quella di replicare sulla tavoletta elettronica l'esperienza dello sfoglio cartaceo in modo da non spaventare i lettori con prodotti editoriali del tutto diversi da quelli finora conosciuti. In questo modo, però, lo strumento è sfruttato al minimo, quasi come ascoltare la radio su uno schermo tv al plasma.