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I NON LUOGHI DELLA danza

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Questo articolo è stato pubblicato il 16 settembre 2010 alle ore 08:09.

È LA GRANDE COREOGRAFA Pina Bausch AD AVERE SVILUPPATO IL CONCETTO DI TEATRO-DANZA Aspettano tutti l'arrivo di Julie. Sì, proprio lei, Julie Anne Stanzak. Dal 1985, corpo (e anima) del Pina Bausch tanztheater wuppertal, che è un po' il simbolo della danza contemporanea. Ma anche se Julie non ci fosse, il neonato Caffeine.01 (che porta il sottotitolo «né veline, né balere, né tutù») si appresta a diventare la rassegna di danza e teatro danza più innovativa del panorama italiano.
Perché? Innanzitutto, perché non è un festival. E non è neppure un cosiddetto "evento". Semplicemente, vuole essere una rassegna – che parte il 22 settembre e termina il 24 ottobre - organizzata e ideata dall'Associazione piccoli idilli di Merate per il Comune di Merate, in collaborazione con i Comuni di Oggiono e di Missaglia, e l'Amministrazione provinciale di Lecco che lo ha inserito nel più ampio progetto «C'è aria di spettacolo» finanziato dalla Fondazione Cariplo.
Si tratta di un progetto che prevede spettacoli di compagnie europee e che utilizza sale teatrali e luoghi non convenzionali (urban dance, street dance). «La corporeità è intesa come soggetto dell'apertura al mondo e il suo rapporto con la comunità, i suoi luoghi di accoglienza ed espressione – spiega Eugenia Neri, deus ex machina di Piccoli idilli insieme a Massimo Carniti, Filippo Ughi e Alessandra Sechi –. E noi porteremo non solo la danza contemporanea, di cui c'è grande ignoranza mediatica, nei teatri. Porteremo anche piccoli assaggi di teatro danza a Merate e Oggiono, anche soltanto per 15 minuti di leggerezza». In pratica, danzatori popoleranno la Brianza attraverso degli "short spectacle" che saranno assaggio a quanto di più complesso avverrà poi in luoghi deputati. Anche se, a dire il vero «in Italia non ci sono tanti luoghi per gli spettacoli di danza», continua Eugenia Neri.
L'obiettivo del teatro-danza, in realtà, non è solo di intrattenimento, e pedagogico (ci saranno laboratori sparsi anche per i non danzatori). L'obiettivo di Caffeine.01 è quello di valorizzare tutti i luoghi permanentemente o temporaneamente adibiti a spazi culturali che potranno essere fruiti da un maggior numero di persone rispetto alle attività quotidianamente programmate. Attraverso spettacoli gratuiti e pochi appuntamenti a pagamento ridotto (8 euro a piece). «Vogliamo riportare il corpo al centro del discorso – riprende Eugenia Neri - perché il corpo parla moltissimo, comunica, eppure ancora non lo sappiamo controllare bene. Il teatro-danza permette proprio questo: di intrecciare un dialogo con la popolazione più giovane attraverso la promozione di un linguaggio più dinamico e rispondente alla loro fisicità».

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Tags Correlati: Alessandra Sechi | Caffeine. | Eugenia Neri | Filippo Ughi | Fondazione Cariplo | Italia | Julie Anne Stanzak | Marta Bevilaqua | Massimo Carniti | Nuria Sala Grau | Tecnologie

 

Con chi si intreccerà, dunque, lo sguardo, e il corpo, di chi deciderà di restare - o andare – un fine settimana in Brianza? Per esempio con il lavoro di Marta Bevilaqua, dal titolo «Né capo né coda», che apre la rassegna a Merate, presso la Villa Confalonieri. Il suo spettacolo si inserisce all'interno del progetto «Il Libro di Carne», uno studio sulla genealogia del corpo, come un tassello, un inciso, uno studio aperto sulla multiformità del corpo. In scena, cioè, una figura femminile doppia indaga le sue diverse nature, senza venirne a capo, gioca con le sue contraddizioni senza trovarne la coda. La sua non è una metamorfosi, piuttosto la convivenza di trame differenti. Lei sa che il groviglio è una necessità creativa e gli strappi di un tessuto regolare sono l'unica possibilità di cambiamento. Anche Nuria Sala Grau, milanese d'adozione, spagnola di provenienza e indiana di danza è interessata agli "intrecci". Il suo spettacolo è previsto per il mercoledì 29. Lavorando a metà tra la tradizione del teatro-danza Bharatanatyam (teatro-danza classico del sud dell'India, che affonda le sue radici nella filosofia Samkhya e il Tantra) e la danza contemporanea, Nuria interpreta la ricchezza di un'antica cultura e dialoga con l'attualità, cercando strade di comunicazione e bellezza.
Cercano invece nel futuro i teatranti metà italiani metà francesi «A fleur de peau», la cui danza titola «al di là del tempo». Il presente è un passato che verrà, il passato un avvenire già trascorso e il futuro un presente che aspettiamo a braccia aperte.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
www.piccoliidilli.it

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