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Questo articolo è stato pubblicato il 16 settembre 2010 alle ore 08:09.
L'HARD DISK DRIVE VENNE MESSO
A PUNTO NEL 1954 DAL TEAM DI IBM GUIDATO DA Reynold B. Johnson Tutta "colpa" di YouTube e Facebook. Scaricare video e immagini dai social network è diventata un'abitudine così radicata che per i produttori di dispositivi di memoria portatili è stato obbligatorio dare nel l'ultimo anno un'accelerata al progresso di questa categoria di gadget digitali. Chi con i classici hard disk esterni a piatti magnetici, chi con i modelli che utilizzano la tecnologia flash (i cosiddetti supporti Ssd, Solid state drive), senza dimenticare il pubblico delle pen drive: non c'è utente di computer o device multimediale che non abbia uno di questi supporti, abbordabili dal punto di vista dei costi per una fascia ampia di consumatori.
Nel recente passato la scelta degli utenti cadeva in larga misura sui prodotti da 2,5 pollici capaci di archiviare e trasportare anche 500 gigabyte (mezzo terabyte) di dati. Un loro limite tecnico – ma tale si può etichettare oggi – era l'interfaccia 2.0, a volte un collo di bottiglia nel trasferimento dei file dall'unità di memoria al pc o viceversa ma attributo che regalava (e regala tuttora) il grande vantaggio dell'essere universalmente diffuso e compatibile con praticamente ogni dispositivo in commercio (indipendentemente dal sistema operativo da questo utilizzato). Le prerogative funzionali degli Hdd di nuova generazione non sono di fatto cambiate – leggerezza, compattezza e flessibilità – ma in termini di capacità e di prestazioni (vedi la velocità di rotazione del disco) il passo in avanti è stato evidente. La maggior parte dei nuovi modelli non è solo ultraportatile (200 grammi di peso o giù di lì) ma permette di immagazzinare anche fino a un terabyte di file digitali e offre come requisito di serie il supporto della tecnologia Usb 3.0, e cioè la possibilità di copiare dati a una velocità minima garantita doppia (quella teorica è di circa 600 megabyte) rispetto al precedente standard. Volendo uscire dal seminato del classico disco rigido portatile da 2,5 pollici, la scelta di un modello a stato solido è una soluzione tecnologicamente avanzata ma costi superiori – oltre i 200 euro per un modello da 64 gigabyte, rispetto ai 100 di un Hdd da 500 gigabyte – e capacità di archiviazione inferiori ne hanno limitato l'adozione di massa.