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Tecnologie Computing

Le reti 4G alla prova del boom di traffico di smartphone, tablet & Co

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Questo articolo è stato pubblicato il 27 settembre 2010 alle ore 14:13.

É uno dei temi più caldi dell'industria telco: il traffico dati cresce esponenzialmente, grazie alla sempre più radicata popolarità di smartphone e dispositivi "Internet ready" come l'iPad, e le reti devono essere potenziate per poter supportare il previsto aumento di transazioni che rischiano di intasare (e far congestionare) stazioni radio, apparati, terminali e quant'altro. I network 4G, e la tecnologia Lte (Long Term Evolution) in particolare, sono il jolly che gli operatori, e con loro i fornitori di infrastrutture, hanno messo sul tavolo per ovviare a questi rischi. Il tema è però più che aperto ed è stato discusso la scorsa settimana al Mit di Boston, nel corso della Emerging Technologies Conference.

Le 4G sono realmente la soluzione a tutti i problemi di eccessivo sovraccarico che tutti si attendono? A tale domanda, gli operatori mobili rispondono da mesi quasi all'unisono: le reti di nuova generazione sono costruite e gestite in modo diverso rispetto al passato. Specifiche applicazioni software permettono sin d'ora di massimizzare la capacità dei network e ridurre i possibili colli di bottiglia provocati dall'intenso traffico dati (le mail o più ancora gli accessi da telefonino ai social network e ai siti Web di informazione e intrattenimento) che verrà generato da milioni di utenti. Il problema è che costruire le nuove reti richiede ingenti investimenti e non ci sono certezze circa il fatto che le tecnologie di nuova generazione siano sufficienti a soddisfare l'esplosione di domanda di servizi a banda larga in mobilità. Anzi.

Chi pagherà i network 5G e 6G?
Dan Hesse, Ceo di Sprint (il primo carrier statunitense a lanciare un servizio di quarta generazione sfruttando la tecnologia Wi-Max), ha guardato in tal senso avanti affermando che "le 4G sono un passo dell'evoluzione del wireless ma non certo l'ultimo. Sono sicuro – ha detto nel corso del suo intervento al Mit il manager – che un giorno arriveranno i network 5G e 6G, e spero solo che non dovrò pagarli io perché costruire le reti è molto oneroso". Sintesi perfetta di quello che è il nocciolo della questione, comune dagli Usa all'Europa: gli operatori sanno che devono ammodernare le reti (o costruirle ex novo) ma di mettere a budget la spesa necessaria per farlo non ne vogliono troppo sapere. E il perché è anche logico: da una parte gli investimenti profusi pochi anni or sono per realizzare i network 3G devono ancora essere ripagati a dovere, dall'altra i ricavi legati ai servizi tradizionali rivolti ai consumatori finali sono destinati a contrarsi (del 5% in Europa Occidentale secondo uno studio di Analysys Mason), ma gli operatori possono rafforzarsi concentrandosi su due importanti aree di crescita: la banda larga mobile e i contenuti e servizi dati. nell'arco dei prossimi cinque anni.

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Tags Correlati: Analysys Mason | Dan Hesse | Internet | Jonathan Segel | MIT | Nielsen | Qualcomm | Roger Entner | Stati Uniti d'America

 

Le tecnologie di quarta generazione non sono la panacea
Come bilanciare questa necessità, strategica per le casse dei carrier, con il fatto che l'iPhone o gli smartphone Android generano oggi un traffico dati 30 volte superiore di un comune telefonino? E quando anche settori, come quello sanitario, che stanno investendo sul fronte delle applicazioni e delle infrastrutture utilizzeranno dispositivi e servizi mobili in banda larga in modo massivo cosa succederà? Una soluzione definitiva al problema al momento non c'è e non può essere la sola maggiore velocità di download (per altro teorica) garantita dai network di nuova generaizone ad evitare il possibile collasso. "Le 4G non sono una panacea", ha detto in proposito Roger Entner, senior vice president di Nielsen. E questo perché il rischio che la capacità delle nuove reti si saturi come sta avvenendo con le 3G è molto elevato. È, secondo l'analista, solo una questione di tempo. Di buono, questo uno dei messaggi emersi dall'evento di Boston, c'è che le reti di domani, Lte e Wimax, in saranno sicuramente molto più efficienti di quelle attuali in quanto sfruttano, per trasportare i dati ad alta velocità, il protocollo Internet.

Il modello flat delle 3G non è (più) sostenibile
Il punto cruciale sarà quindi il seguente: bilanciare la maggiore capacità (dello spettro di banda) a disposizione con i maggiori consumi (di banda) di terminali dotati di processori a 1 GHz e oltre e di schermi anche superiori ai quattro pollici. Per questo le nuove reti, come ha confermato alla EmTech Conference il Cto di Alcatel-Lucent, Jonathan Segel, vanno pensate secondo criteri diversi rispetto al passato, in quanto "creare semplicemente più capacità, tralasciando il controllo relativo alle modalità con cui gli utenti utilizzano i network mobili, ne causerà l'esplosione. I piani tariffari flat, che hanno aperto ai consumatori le porte del mobile broadband sulle reti 3G, non sono sostenibili". Costi, modelli di business, capacità, nuove tecnologie: il futuro delle reti mobili si gioca intorno a questi tre elementi, fra loro inscindibili. Ancora le 4G devono prendere servizio che già si parla di Lte Advanced, tecnologia a cui sta lavorando Qualcomm che permette di "miscelare" le celle di trasmissione più grandi con quelle più piccole per ridurre le interferenze, mentre la maggior parte degli operatori ricorre alle cosiddette "femtocell" per scaricare le rispettive reti mobili e deviare parte del loro traffico dati sulle infrastrutture a banda larga di rete fissa. Soluzioni ponte in attesa di trovare quella definitiva al problema della congestione da overdose di traffico. Ma come ha osservato ancora Segel "ci sono limiti fisici" al poter trasportare enormi volumi di bit, pensiamo per esempio ai contenuti video, Web based o televisivi, che in futuro verranno scaricati sugli smartphone o sui tablet simil iPad. Aumentare la capacità di banda disponibile – di fatto lo slogan su cui poggia il marketing degli operatori mobili rivolto ai consumatori – non è abbastanza. Il traffico dati va gestito, e adeguatamente instradato sui nuovi network. Altrimenti l'ipotesi del collasso delle reti mobili rischia di diventare una realtà.

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