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Questo articolo è stato pubblicato il 06 ottobre 2010 alle ore 20:06.
Si possono mettere all'asta le frequenze televisive destinate alla banda larga mobile, anche senza la loro disponibilità immediata. Le risorse ricavate dall'asta possono in parte essere utilizzate per compensare le emittenti televisive costrette a cedere le frequenze dal canale 61 al canale 69, quelle che saranno interessate all'asta. L'ipotesi è stata avanzata dal presidente dell'Agcom, Corrado Calabrò, nel corso dell'audizione davanti alla commissione Lavori Pubblici del Senato e frequenze saranno destinate alle compagnie telefoniche «al più tardi nel 2013 e forse già entro il 2013, secondo l'ultima proposta della Commissione Ue al Parlamento europeo».
La transizione al digitale terrestre, in ogni caso, diventa sempre più ingarbugliata. E Calabrò ha disegnato ieri un Piano delle frequenze "flessibile" rispetto alle proposte che verranno dai tavoli tecnici delle aree territoriali. Non sarà facile. Il dicastero delle comunicazioni, ad esempio, ha assegnato temporaneamente il canale 54 a Telecom Italia Media, così come ha fatto con il 58 per Mediaset, sempre per sperimentare l'Alta Definizione (HD). Entrambi i canali, però, sono inclusi dal Piano delle frequenze dell'Agcom tra i sei (cinque per il DVB-T e uno per il DVB-H) che saranno assegnati con procedura pubblica. Il 54 é il canale destinato al DVB-H, ovvero alla standard - semi-defunto - della tv in mobilità.
Quando si farà, allora, l'assegnazione delle cinque reti digitali, con il metodo del beauty contest? L'Agcom deve ancora approvare il Regolamento, poi il Ministero dovrà emanare il disciplinare e il bando. C'è l'incognita dell'eventuale delega che il neo-ministro dello Sviluppo, Paolo Romani, dovrebbe rilasciare a un nuovo sottosegretario, al quale occorrerà tempo per capire "gli incartamenti". Nei primi mesi del 2011, inoltre, potrebbero svolgersi le elezioni politiche: della procedura pubblica - che l'Italia si era impegnata con la commissione Ue a portare a termine entro fine 2009 - se ne riparlerebbe, in questo caso, nell'autunno 2011, a meno di non portarla a termine per fine 2010.
I nodi del digitale terrestre sono molto ingarbugliati non solo per le due "gare": il Tar Lazio dovrebbe decidere domani sui ricorsi delle tv del Veneto e del Friuli contro il Piano nazionale delle frequenze (salvo richiesta di rinvio) e di Sky contro la decisione dell'Agcom sulla numerazione automatica dei canale (LCN), che taglia fuori Cielo dai primi nove-dieci posti. Ci sono poche frequenze disponibili, in ogni caso, sia per le emittente regionali lombarde, sia per quelle regionali venete in due regioni "senza confini" orografici, ferma restando la copertura equivalente per tutte le 21 reti nazionali. La Padania dell'etere è l'unica ad esistete veramente: ci vorrà molta flessibilità per quadrare il cerchio.