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Tecnologie Computing

Il nuovo corso di Hp e la guerra fra i Ceo

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Questo articolo è stato pubblicato il 06 ottobre 2010 alle ore 13:49.

Larry Ellison, uno che non la manda certo a dire, si è permesso addirittura di scrivere un'e-mail al Wall Street Journal per bollarlo come colui "che ha fatto un cattivo lavoro come numero uno di Sap". Per il Ceo di Oracle, la simpatia per Léo Apotheker, nominato giovedi scorso amministratore delegato e presidente di Hewlett Packard (il mandato partirà ufficialmente il primo novembre), non deve essere mai stata, evidentemente, molta. L'entrata in scena dell'ex Ceo della società tedesca, per 20 anni forte e diretto antagonista sul fronte del software applicativo per le grandi aziende, non è proprio piaciuta a Ellison, che si è detto ammutolito e sorpreso della scelta operata del board di Hp.

La pace con Oracle è durata poco
La stoccata indirizzata ai vertici di Palo Alto è però solo l'ultima di una recente serie che ha visto il gran capo della Oracle alzare il tiro della polemica fino al punto di esprimere pubblicamente l'idea, eravamo a metà agosto, che l'intero consiglio di amministrazione di Hp avrebbe fatto meglio a dimettersi in blocco. L'esternazione di Ellison aveva un preciso intento, quello di criticare la storica grande alleata per aver cacciato l'amico (e Ceo della società) Mark Hurd. Poi sappiamo come è andata: Hurd è finito alle dipendenze di Oracle in una posizione di grandissima responsabilità e visibilità, Hp ha minacciato di andare in tribunale per cautelarsi dal rischio di vedersi sottratta segreti industriali e informazioni strategiche ed Ellison ha condito il tutto con le sue solite dichiarazioni al veleno. Poi, in concomitanza dell'OpenWorld tenutosi a San Francisco verso metà settembre, era scoppiata la pace e l'alleanza tornata a essere solida in ragione di una risoluzione amichevole della vertenza legata al passaggio di Hurd da una compagnia all'altra. Poi a Palo Alto è arrivata la scelta di insediare Apotheker sulla poltrona di Ceo – e non, come "suggeriva" ed probabilmente ipotizzava Ellison, una figura interna del rango di Vyomesh Joshi, Ann Livermore o Todd Bradley, rispettivamente executive vice president della divisioni printing, enterprise business, e personal computer – ed ecco che fra Hp e Oracle è scoppiata nuovamente la guerra.

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Tags Correlati: Ann Livermore | Europa | Hewlett Packard | IBM | Larry Ellison | Leo Apotheker | Management | Mark Hurd | Oracle | Palo Alto | Todd Bradley | Vyomesh Joshi

 

Chi è il nuovo timoniere
Leo Apotheker non era nella lista dei papabili alla massima carica di Hp ma per lui, di fatto uno sconosciuto o quasi agli occhi di vari analisti e investitori americani, parla un curriculum che lo ha visto per oltre 20 anni ricoprire vari ruoli dirigenziali in Sap, dove fu nominato Ceo congiunto nell'aprile del 2008 e quindi unico Chief Executive officer nel maggio 2009. Poi sono arrivate, a sorpresa, le sue dimissioni a febbraio 2010, dopo che i supervisori della società tedesca avevano deciso di non rinnovargli il contratto e insediare due nuovi co-Ceo. A differenza di Ellison, in casa Hp sono convinti dello spessore e delle competenze tecnologiche di un manager che ha contribuito "a rendere Sap la più grande società di software per il business al mondo". Se a Palo Alto cercavano un capo le cui principali doti fossero disciplina, visione strategica e capacità di far rispettare le regole, questo l'immediato commento di alcuni analisti, hanno trovato la persona giusta. Ma sul fronte della visione innovativa? Il profilo di leader che ad Apotheker si può sicuramente riconoscere basteranno per continuare a crescere e vincere le battaglie con Ibm e Oracle?

Un ingaggio e uno stipendio milionario
Nella comunità finanziaria americana c'è chi ritiene che l'ex Ceo di Sap abbia i "numeri" per gestire un business da un miliardo di dollari e pilotare Hp verso un'ulteriore salto in avanti a livello globale nel software, segmento che nel bilancio della società californiana è fra le voci più profittevoli e a rapida crescita. Saprà Apotheker mantenere tali aspettative? Ovviamente impossibile rispondere a questa domanda oggi. Di sicuro, per averlo al proprio timone, Hp ha messo sul piatto 4,6 milioni di dollari per convincere il manager a lasciare la Francia e a trasferirsi nella Silicon Valley ed è pronta a riconoscergli uno stipendio base di 1,2 milioni l'anno con bonus a salire (oltre a un discreto numero di azioni della società) che potrebbero anche quintuplicare il già profumato salario. Forte di questi incentivi, maligna qualche analista bene informato sulle vicende di Silicon valley, Apotheker non rinuncerà certo allo scontro con Larry Ellison, di cui è stato rivale diretto per anni dall'Europa. Hp, che ora potrebbe anche guardare a Sap come a una possibile ambitissima compagnia da acquisire, e Oracle saranno quindi protagoniste di un'aspra sfida per conquistare posizioni in un mercato, quello del software enterprise, che quest'anno (secondo Gartner) supererà in termini di giro d'affari mondiale quota 232 miliardi di dollari ed è destinato a sfiorare i 300 miliardi entro il 2014? Tutto lascia pensare, al momento, che questa sarà una delle priorità del nuovo Ceo. Azionisti e investors, per contro, sono curiosi di capire come Apotheker saprà far fruttare le attività in campo consumer, e cioè pc e stampanti, due settori dove Hp oggi recita da prima della classe con una fetta di domanda (dati Idc) del 18% e del 41% rispettivamente.

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