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Questo articolo è stato pubblicato il 19 ottobre 2010 alle ore 14:20.
«This past March marked a significant milestone for the company….». Inizia così la lettera inviata ieri per e-mail da Steve Ballmer ai dipendenti di Microsoft (e poi postata sul sito della società) in cui si annuncia che Ray Ozzie, dal 2006 seduto al posto di Bill Gates sulla poltrona di Chief software architect, è prossimo a lasciare l'azienda.
Un fulmine a ciel sereno, questo il primo commento dei media americani. Anche perché di avvicendamenti nel ruolo al momento non se ne parla, in quanto le mansioni (e probabilmente l'incidenza) della figura di "architetto del software" in Microsoft dovranno essere ridefinite ex novo. Dal canto suo Ozzie rimarrà in azienda ancora per un periodo di transizione – non ci sono dettagli ma si parla di parecchi mesi – e si occuperà in modo particolare delle soluzioni di entertainment, area nella quale Microsoft promette da tempo molte novità e dove sta investendo significativamente.
Perché, la domanda è doverosa e lecita, una delle figure di spicco della società nordamericana, colui che ha indossato dopo l'era di Gates le vesti di visionario stratega di Microsoft? Le vere ragioni forse non le sapremo mai. Ballmer nel suo intervento ha giustificato il prossimo abbandono (di chi, poi?) asserendo come i progressi sul fronte dei servizi e della cloud siano ormai totalmente radicati in tutti gli aspetti del business della compagnia. Come dire: Ozzie ha portato l'azienda a cavalcare il verbo di Internet a tutto tondo, allargando i confini del tradizionale modello computer-applicazione, e ora possiamo cavarcela da soli.
Per il fondatore di Groove Networks (società acquisita da Microsoft nel 2005) e papà di Lotus Notes, per colui che ha "imposto" nel campus e nella stanza dei bottoni di Redmond la visione collaborativa basata sul Web prima e l'evoluzione verso il modello dell'informatica come servizio poi (a Ozzie si deve di fatto la nascita di Azure, la piattaforma di cloud computing di Microsoft), l'improvvisa decisione di tirare i remi in barca sembra suonare invece come una (clamorosa) bocciatura. Ballmer, questo sospettano i bene informati, avrebbe digerito a fatica la strategia aperta e votata alla massima semplificazione intrapresa da Ozzie, una strategia centrata sulla centralità della Rete (vedi i servizi Windows Live e le Office Web Apps per utilizzare gli strumenti di produttività come Word ed Excel nella cloud) non molto diversa da quella dell'odiata Google. Che ha cambiato in parte il modo di proporre tecnologia, alle aziende e ai consumatori finali, di Microsoft, oggi impegnata a rincorrere, almeno su alcuni fronti (vedi il sistema operativo mobile per esempio) una concorrenza che si è dimostrata agguerrita, preparata e molto concreta nel catturare e fidelizzare gli utenti.