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Questo articolo è stato pubblicato il 21 ottobre 2010 alle ore 06:44.
NEL LUGLIO 2010 LA UE HA APPROVATO UN PROGETTO BASATO SUL METODO PER LA GENERAZIONE DI ENERGIA DAL GRADIENTE SALINO DI Doriano Brogioli
È nato prima l'uovo o la gallina? La domanda può apparire puerile, ma i biologi che studiano l'origine della vita sono da tempo alle prese con un quesito molto simile: sono nati prima i geni, cioè ciò che permette a un essere vivente di trasmettere i propri caratteri alla discendenza, o il metabolismo, ovvero il complesso delle reazioni chimiche che permette a un organismo di sopravvivere traendo energia dall'ambiente? Dare una risposta non è semplice. Infatti, se la selezione naturale darwiniana fornisce una spiegazione soddisfacente al fenomeno dell'evoluzione dagli organismi semplici a quelli complessi, manca invece ancora una spiegazione scientifica dell'abiogenesi, cioè della nascita dei primi organismi unicellulari dove prima non c'era vita.
«È necessaria l'evoluzione, anche quando l'entità che si evolve non è un essere vivente in senso classico – spiega Doriano Brogioli, il ricercatore italiano che ha recentemente proposto un modello di "selezione naturale" applicabile a molecole non viventi –. Una volta avviata l'evoluzione, il punto di arrivo può essere una struttura di qualunque complessità. Da una singola cellula, l'evoluzione può creare alberi, balene, uccelli, insetti, e tutte le prodigiose forme viventi sulla Terra».
Brogioli, ricercatore al dipartimento di Medicina sperimentale dell'Università Milano-Bicocca, ha pubblicato le conclusioni in materia nell'articolo "Marginally stable chemical systems as precursors of life", su «Pysical Review Letters», in cui dimostra che i sistemi chimici contenenti molecole autoreplicanti sono «marginalmente stabili»; cioè la concentrazione delle molecole non ha un unico stato di equilibrio possibile, ma a seconda delle condizioni iniziali può assumere uno qualunque di infiniti stati contigui. In più, lo studio dimostra come siano sufficienti le normali fluttuazioni termodinamiche (cioè le spontanee variazioni di concentrazione che si verificano per il moto casuale delle molecole) per "smuovere" il sistema e spostarlo verso quegli stati in cui le molecole in grado di replicarsi con maggiore efficienza sono più numerose. In pratica, in sistemi di questo tipo esiste una selezione naturale che favorisce le molecole utili alla vita. «I risultati derivano dal calcolo numerico – dice Brogioli –. Ora è importantissimo trovare una conferma sperimentale. Ci sto lavorando, ma i problemi non sono pochi, a cominciare dal fatto che il sistema descritto nel mio studio ipotizza una replicasi, cioè un enzima in grado di replicare molecole di Rna, che finora non è mai stata prodotta, e quindi l'esperimento non è riproducibile in laboratorio. Ma ho alcune idee per confermare la teoria della stabilità marginale usando sistemi più semplici».