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La città della banda larghissima? È coreana. L'Italia svetta negli attacchi da rete mobile

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Questo articolo è stato pubblicato il 23 ottobre 2010 alle ore 15:34.

Il digital divide? Sarà un problema che riguarda l'Italia e le aree rurali della nostra penisola, ma altrove la mancanza di infrastrutture per portare Internet ad alta velocità nelle case e negli uffici non è certo una priorità insoddisfatta. Il massimo esempio arriva dalla Corea del Sud, Paese che eccelle in fatto di offerta e utilizzo di servizi a banda larga e che può vantare il primato della città con la velocità media di connessione più veloce al mondo. A Masan, infatti, si naviga mediamente con una banda di oltre 20 Megabit per secondo (Mbps), una capacità pressoché doppia a quella di Umea, in Svezia, la città più veloce in Europa (la 20esima al mondo) con una connessione media di 10.8 Mbps.


I dati di cui sopra emergono dal rapporto sullo Stato di Internet per il secondo trimestre 2010 di Akamai Technologies, che mette periodicamente sotto osservazione i suoi 73mila server da cui transita il 20% del traffico on line globale. Detto che dall'indagine sono escluse le città con meno di 50.000 indirizzi Ip collegati alla rete della società e le reti universitarie, il messaggio che emerge a chiare lettere è il seguente: l'Asia si conferma regina della classifica delle 100 città con all'attivo connessioni a banda larghissima mentre Europa e Stati Uniti si devono accontentare rispettivamente di 15 e otto presenze. Ben sette nazioni del Vecchio Continente (Belgio, Danimarca, Lettonia, Paesi Bassi, Repubblica Ceca, Romania e Svezia) sono però presenti nella top ten mondiale per velocità media di connessione e la Romania, con 6,8 Mbps, rappresenta a sorpresa l'eccellenza, seguita dai Paesi Bassi (6,5 Mbps) e dal Belgio (5,3 Mbps). Buoni di conseguenza anche i riscontri in fatto di adozione delle reti ultraveloci superiori a cinque Megabit per secondo: dopo Corea del Sud (75%) e Giappone (60%), i Paesi Bassi (49%) sono al terzo posto nell'elenco dei primi 10 paesi a livello mondiale seguiti da Belgio (40%) e Danimarca (37%). E l'Italia? La banda larga tricolore raggiunge un valore medio di tre Mbps e solo il 6% delle connessioni supera i cinque Mbps, il 76% si colloca tra i due e i cinque e il 3,1% registra velocità inferiori ai 256 Kbps.

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Tags Correlati: Akamai Technologies | Asia | Belgio | Danimarca | Italia | Romania | Svezia | Trasporti e viabilità

 

C'è però un ambito in cui il Belpaese si mette davanti a tutti, ma c'è ben poco di cui rallegrarsi. Il primato mondiale in questione riguarda infatti l'origine degli attacchi maligni scagliati da reti mobili: l'Italia è responsabile infatti del 25% degli attacchi registrati sulla rete Akamai. Non troppo meglio va agli Stati Uniti, che nel secondo trimestre sono stati la principale fonte di traffico legato ad attacchi informatici, l'11% del totale, seguiti da Cina e Russia. L'Europa nel suo complesso è anche peggio, visto e considerato che origina il 39% del traffico legato ad attacchi informatici, con un contributo a firma dell'Italia del 3,5%, che vale al nostro Paese il sesto posto a livello globale.

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