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Questo articolo è stato pubblicato il 28 ottobre 2010 alle ore 09:00.
È Cellulare a nove a tasti addio. Fine dell'era del T9 per mandare messaggini senza innervosirsi con la multipressione. Fine dei display poco più grandi dell'unghia del pollice. È scoccata l'era degli smartphone per tutti e dei cellulari che fanno finta di esserlo e per giunta ci riescono bene. Sono devive dedicati a tutti quelli che non possono o non desiderano spendere le elevate cifre richieste per device d'elite come l'Phone e i suoi concorrenti, dal Samsung Galaxy S al Nokia N8. Insomma sono prodotti tagliati su misura per i più giovani e anche per quelli che vogliono evitare inutili complicazioni, e non hanno l'esigenza di trasformare a giorni alterni lo smartphone in una bolla di livella o in un metal detector a suon di "apps" di dubbia utilità ma di alto costo, almeno come tariffe per il traffico dati generato. Due le tipologie:cellulari evoluti e gli smartphone veri e propri ma di fascia economica. I primi, rispetto ai vecchi cellulari, rispondono pienamente alle esigenze di social networking mobile. Facebook, ma anche chat come Msn, sono disponibili così come la navigazione sul web. Certo non si può smanettare con le applicazioni ma grazie a tastiere qwerty e display touch sono perfetti anche per la posta elettronica mobile e la multimedialià. I secondi sono più evoluti e sono offerti a prezzi più bassi rispettto ai fratelli maggiori perché hanno dotazioni hardware meno sosfisticate. Fanno il loro mestiere egregiamente e qui, ancora una volta, il progonista è Android. Il sistema operativo libero sostenuto da Google che sta cambiando il mercato trasformandolo e contribuendo a "smartphonizzarlo. E Andoid ora è il cuore anche di una variante del Samsung Corby. È un esempio del trend in atto. Nato come social phone evolve è diventa un vero smartphone: le vere rivoluzioni sono tali quando sono per tutti.