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Tecnologie Social Network

IL DOPPINO potenziato

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Questo articolo è stato pubblicato il 11 novembre 2010 alle ore 06:46.

John Cioffi È CONSIDERATO IL PIONIERE DELLA DSL PER GLI STUDI SULLA MODULAZIONE DMT Il presente delle connessioni su rete fissa parla di velocità di 100 megabit al secondo: sono i primi passi dei network di nuova generazione in fibra ottica. E la tecnologia Dsl, quella del comune doppino di rame? Si evolve, a colpi di innovazione tecnologica. La nuova generazione delle reti in rame si presenta con prestazioni competitive con quelle della fibra e ha già raggiunto, almeno in fase di test di laboratorio, velocità fino a pochi anni fa inimmaginabili: dai 300 al limite massimo dei 900 Mbps. Su brevi distanze, circa 400-500 metri, ma si tratta pur sempre di capacità enormemente superiori a quelle che dispongono gli utenti già raggiunti dalle reti ultra veloci. E, particolare importante, tali capacità non sono deputate solo a servire le centraline che collegano l'ultimo miglio alle dorsali di rete, ma sono (teoricamente) trasportabili fin dentro abitazioni e uffici. E non trascurabile, infine, è la possibilità di adibirle al supporto dei sistemi di "backhaul" che portano su rete fissa una parte del traffico dati generato sulle reti mobili.
Le tecnologie Phantom mode Dsl sono state non a caso una delle attrazioni del recente Broadband World Forum di Parigi. Il segreto di prestazioni così elevate è presto spiegato: 2 o 4 coppie di cavi a cui si aggiunge un'ulteriore coppia virtuale (denominata appunto phantom). Il risultato è un incremento di banda progressivo e sostanziale – nell'ordine del 50-75% rispetto alle capacità di banda passante garantita dalla rete in rame – a cui contribuiscono anche avanzate tecnologie vettoriali, finalizzate a ridurre le interferenze generate dal rumore. Gli esempi concreti di come le Phantom Dsl raggiungano le prestazioni di cui sopra non mancano, e non mancano neppure le avvisaglie della prossima disponibilità sul mercato degli apparati di rete (le cosiddette Dslam) necessari ai gestori per implementare tale tecnologia. Alcatel-Lucent ha toccato i 390 Mbps su una distanza di 400 metri con due coppie di cavi in rame e ottenuto i 910 Mbps ricorrendo a quattro coppie: il che significa poter abbondantemente superare il muro del Gigabit combinando le capacità in downstream e in upstream. Nokia Siemens Networks ha raggiunto una velocità di trasferimento dati di 825 Mbps su 400 metri e di 750 Mbps su 500 metri. Huawei si è "fermata" a 700 Mbps.

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Tags Correlati: Dslam | Fiber-to-the-cabinet | Fiber-to-the-node | Guillaume Declerck | High Leverage Network | Internet | John Cioffi | Nokia

 

Alla base di tutto vi sono i sistemi Vdsl2, che sì limitano le super capacità a brevi percorrenze, ma aprono per contro agli operatori, operando come una sorta di tecnologia "ponte", nuovi orizzonti per accelerare lo sviluppo dell'ultrabroadband in determinate aree e dare sostanza ai sostenitori della banda larga per tutti secondo i modelli "Fiber-to-the-node" e "Fiber-to-the-cabinet". E cioè il fatto di portare la fibra ottica nelle centrali o nelle cabine di zona e di servire l'utenza residenziale o aziendale attraverso linee Dsl o Vdsl di nuova generazione. Che hanno costi di implementazione decisamente inferiori a quello della fibra ottica.
Di pari passo con le capacità raggiungibili sul rame, si lavora anche per innovare le reti sul fronte della loro intelligenza. Quella che Alcatel-Lucent chiama "High Leverage Network" è la risposta all'esigenza di dotare gli apparati di avanzate capacità software per farli funzionare al meglio e gestire gli elementi base della rete. Un salto in avanti, che guarda in modo mirato al mondo delle applicazioni fruibili da terminali mobili e che Guillaume Declerck, marketing & strategy manager per Italia e area Mediterraneo centrale della società franco-americana, ha spiegato così a Nòva24: «Hln è molto di più rispetto al concetto di network intelligenti e aperti: è una nuova filosofia di network end-to-end che piazza l'intelligenza di rete laddove serve davvero, in modo da risparmiare sugli apparati e, al tempo stesso, garantire la qualità del servizio. Si massimizza la scalabilità e la flessibilità della rete e si minimizza il costo per bit trasportato, costi energetici inclusi, al fine di servire in modo trasparente una pluralità di reti, fisse, mobili, legacy e basate su Ip, per più servizi e di più operatori».
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