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Questo articolo è stato pubblicato il 19 novembre 2010 alle ore 10:25.
Scoperto da un team di astronomi europei un pianeta al di fuori del nostro Sistema solare, che rappresenterebbe anche il primo caso conosciuto di "immigrazione" galattica. La stella attorno cui ruota il pianeta, grande 1.25 volte il nostro gigantesco Giove, proverrebbe infatti da un'altra galassia nana, letteralmente fagocitata dalla nostra Via Lattea circa 6 miliardi di anni fa. Il cosiddetto "cannibalismo" fra galassie è un fenomeno ben noto tramite il quale quelle di maggior massa, contenenti molti miliardi di stelle come la nostra, accorpano galassie più piccole, che attraggono a sé grazie alla maggior forza gravitazionale, la stessa che ci fa cadere a terra un piatto se ci scivola di mano.
La stella è HIP 13044 e il pianeta scoperto di conseguenza si chiama HIP13044b. Il telescopio usato dai ricercatori è quello, relativamente piccolo, ma perfetto per questi studi, da 2.2. metri del Max Planck Institut tedesco, sito fra i telescopi europei a La Silla, sulle Ande cilene. Il pianeta rappresenterebbe bene anche quel che potrebbe succedere al nostro Sistema solare fra 5 miliardi di anni, dato che la stella madre è simile al nostro Sole e al termine della sua esistenza.
I nomi, non particolarmente fantasiosi occorre ammettere, ci rivelano un paio di particolari importanti. Il primo è che la stella appartiene alla cosiddetta "corrente di Helmi", dal nome dell'astronomo che la studiò per primo, da cui la H, e concluse che si trattava di un insieme di stelle appartenenti a una galassia nana inglobata dalla nostra. La seconda è che negli ultimi 15 anni abbiamo scoperto oltre 500 pianeti che girano attorno a stelle diverse dal Sole. Scoprirne uno in più è quindi materia quasi giornaliera. Ma questo, per i motivi detti, è un caso a parte e particolarmente interessante, dato che rappresenta un'occasione unica di studiare come potrebbero essere composti stelle e pianeti di un'altra galassia.
Ovviamente questi pianeti, come anche in questo caso, non li "vediamo" ancora direttamente, ma ne deduciamo l'esistenza da anomalie nel segnale luminoso che ci proviene da quella particolare stella, ad esempio una regolare microscopica alterazione della luminosità creata dal passaggio del pianeta nella linea di vista fra noi e la stella. Una specie di lontanissima e molto fioca mini eclisse insomma.