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Doppio pasticcio digitale a Milano e in Lombardia per lo switch off

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Questo articolo è stato pubblicato il 01 dicembre 2010 alle ore 07:55.

Il digitale a Milano e in Lombardia? «Tutto bene» la versione ufficiale... Le difficoltà per molti telespettatori, in particolare anziani ma non solo, sono quelle emerse nel Lazio o in Campania al momento dello spegnimento dell'analogico. Occorre risintonizzare il decoder o il televisore con il box integrato e, dopo le prime sei-sette posizioni, quelle degli altri canali non coincidono con le abitudini di consumo e l'uso del telecomando ai tempi dell'analogico. A scapito soprattutto delle tv locali e delle tv nazionali "minori".

Ci sono altri due aspetti, però, che sembrano riguardare solo gli operatori, ma che rischiano di penalizzare anche gli utenti del digitale. Il primo è che il ministero dello Sviluppo ha assegnato in Lombardia anche dieci canali che gli accordi internazionali siglati a Ginevra assegnano alla Svizzera. Non solo: sono stati assegnati altri sei canali non utilizzati in Canton Ticino, ma che il Piano di assegnazione dell'Agcom invitava a non attribuire in Lombardia per evitare interferenze con le tv regionali del Veneto o dell'Emilia-Romagna. Tutti questi canali sono stati assegnati alle emittenti locali.

Sono stati lasciati liberi quattro dei cinque canali nazionali da assegnare con procedura pubblica (il beauty contest), il cui Regolamento è stato appena approvato dall'Agcom, escluso il 58, assegnato provvisoriamente a Mediaset. Le tv locali hanno avuto in tutto 25 frequenze, ben oltre il terzo previsto dalla legge. Molte di queste, però, sono tutt'altro che garantite nell'immediato futuro. Bisogna capire come reagirà la Svizzera: sarà in ogni caso più difficile raggiungere l'accordo bilaterale richiesto dalle conferenze internazionali. Non solo con la Federazione elvetica: la Francia si fiderà delle assegnazioni italiane in Liguria e Toscana, nel 2011, rispetto alle frequenze per la Costa Azzurra e la Corsica? I telespettatori di Como, Varese e Milano non vedono più la televisione svizzera. Il problema è che gli elvetici potrebbero scegliere, legittimamente, di "sparare" i propri segnali su quei canali. Il risultato, con il digitale, non è un segnale che si vedrebbe male come nell'analogico: non si vedrebbe niente.

Sono stati assegnati alle tv locali anche i nove canali che, secondo la legge di stabilità, dovranno essere messi a gara per far ricavare 2,4 miliardi allo Stato, di cui 240 milioni per rimborsare le tv che occupano quella banda di frequenze in tutte le regioni. Tv orientate a rifiutare tale indennizzo e a fare ricorso.

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Tags Correlati: Finelco | Francia | Frt | Maurizio Giunco | Mediaset | Milano | RCS | Tecnologie | Television | Virgin

 

Un'altra questione riguarda i numeri sul telecomando e sullo schermo. «In Regione il passaggio è stato il più ordinato sinora – commenta Maurizio Giunco, presidente delle tv locali della Frt – a parte un paio di emittenti che non sono andate sul numero assegnato. Una cosa rovina tutto: i numeri assegnati ai fornitori di contenuti nazionali "trasportati" dalle tv locali». Il ministero dello Sviluppo ha attribuito a tv nazionali come Virgin Tv, 105 Television e RadioMontecarlo Television del gruppo Finelco (Rcs-Hazan) i canali dal 275 al 277. Numeri che spettano alle tv locali, non a canali nazionali.

Il ministero ha richiesto un parere all'Agcom che, nonostante la delibera 435 del 2001 che consente alle tv locali di ospitare quelle nazionali, relega queste ultime tra le locali, con motivazioni come quella che «non si avrebbe la sicurezza del raggiungimento di una diffusione nazionale» (così sintetizzata dal ministero). «Ci aspettiamo che il regolamento richiesto dalla Finanziaria cancelli la delibera 435 – conclude Giunco – grazie alla delega in bianco assegnata al ministero. Il numero è indipendente da chi trasporta il segnale. Il ricorso al Tar è assicurato».

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