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Questo articolo è stato pubblicato il 02 dicembre 2010 alle ore 06:48.

IL NUMERO UNO DI DISNEY Robert Iger È L'ISPIRATORE DELLA TRANSIZIONE DIGITALE DEL FUMETTO

«Le storie nuove vanno in edicola, per creare il contesto invece è meglio l'online. Mentre formati interattivi e videogame per i contenuti speciali. A dire il vero, non so se funziona per i giornali, ma per noi va bene». Dietro quel noi c'è la Walt Disney Company, e precisamente Gianfranco Cordata, direttore creativo della Disney Publishing Worldwide, la divisione delegata allo sviluppo dei periodici Disney in tutto il mondo. È lui l'uomo che ha inventato i digicomics, la piattaforma digitale per i fumetti e che negli ultimi due anni ha contribuito a elaborare la strategia editoriale digitale di un colosso che fattura ogni anno tra cinema, gadget e parchi di divertimento 36 miliardi di dollari. Certo, il paragone con un editore di parole è ardito: chi lavora con le notizie e chi inventa storie fanno mestieri diversi, rispondono a leggi di gravità irriducibili tra loro, ma, nonostante questo, come editori si trovano a rispondere alle stesse domande o meglio agli stessi vincoli imposti da internet e dalla digitalizzazione. Ecco perché l'ultimo progetto tra carta, iPad e game della Disney appare particolarmente interessante: una applicazione iPad che contiene storie a fumetti (digitali) che narrano gli avvenimenti che precedono i fatti di un videogioco (Disney Epic Mickey) che a sua volta recupera l'eredita dell'intera produzione Disney.
Apparentemente un tributo alla mistica di Topolino e soci rivolto al passato e proiettato nel presente che però ridisegna le gerarchie tra carta e web non solo dal punto di vista del formato ma anche da quello dei contenuti. «Fin dall'inizio "Bob" Iger – attuale Ceo e artefice di pesanti acquisizione come Pixar (7,4 miliardi di dollari) e Marvel (4,3 miliardi) – ha messo in chiaro che i contenti avrebbero smesso di provenire esclusivamente dal cinema. Le storie – aggiunge Cordata – come le idee devono essere libere di nascere in media differenti. Ecco perché, per esempio, l'applicazione di Disney Epic Mickey contiene sei fumetti originali sceneggiati apposta da un grandissimo scrittore come Peter David. O perché il videogioco invece di riadattare un cartoon del passato è stato scritto su un soggetto originale da un game designer del calibro di Warren Spector (System Shock e Deus Ex ndr)». Una operazione di questo tipo non è la norma. La trasposizione in chiave videoludica di film, fumetti o romanzi continua a restare un paradigma centrale di tutta l'industria dell'intrattenimento. Tutt'ora tutti i blockbuster del grande schermo vengonono tradotti in videogiochi, fumetti, magliette e giocattoli.

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Tags Correlati: Disney Epic Mickey | Disney-Pixar Films | Gianfranco Cordata | Peter David | Publishing Worldwide | Robert Iger | Tempo libero | Walt Disney | Warren Spector

 

Tuttavia rarissimamente queste "traduzioni" diventano prodotti di qualità. Allo stesso modo nell'editoria per anni si è guardato a internet semplicemente come a un ulteriore strumento di diffusione di contenuti pensati per la carta. Scoprendo solo in un secondo momento che esistono stili di scrittura e di presentazione delle notizie la cui efficacia è condizionata dal tipo di media. «Quando due anni fa io e Dario di Zanni siamo stati a messi a capo di una start up per studiare i nuovi media – ricorda il direttore creativo – ci siamo posti esattamente questo problema. Siamo partiti dal processo di digitalizzazione. Volevamo recuperare le 50mila storie a fumetti dell'archivio Disney, trovare conversioni carta digitali più efficienti, abbassare i costi di traduzione, fino a entrare nel processo creativo, quello del disegno dotando gli artisti di strumenti che avrebbero permesso loro di animare facilmente le loro creazioni». Dopo un anno di lavoro sono nati i digicomics, i fumetti digitali tra le migliori applicazioni per tablet. Ora la sfida è rendere sempre più interattive le storie. Come per gli editori lo sguardo si sta concentrando sul giornalismo visuale e sullo studio di infogratiche interattive. «Su Topolino accanto ai fumetti ci sono giochi e test. Li vogliamo portare su tutti i media, rendere interattivi e trasformare in nuove storie. Un po' come per voi i grafici e le tabelle»
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